Un fermo immagine tratto da un video mostra un momento dell'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Palermo, che ha permesso di eseguire un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 31 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato e traffico di stupefacenti, 1 febbraio 2018. ANSA/ UFFICIO STAMPA ++HO -.NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
La polizia ha dato esecuzione al provvedimento della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo con il quale sono stati sequestrati beni per 500 mila euro a Nicolò Giustiniani, 40 anni, accusato di gestire il traffico di stupefacenti nel quartiere “Brancaccio” a Palermo per conto di Cosa Nostra.
I sigilli sono scattati ad una villa a Ficarazzi e a rapporti bancari.
Nel corso delle indagini è stato rilevato come, sfruttando la propria posizione all’interno del sodalizio mafioso, Giustiniani abbia potuto accumulare ingenti risorse economiche derivanti dalla gestione della piazza di spaccio, successivamente reinvestite per l’acquisto di beni mobili ed immobili.
Traendo spunto da tali emergenze investigative, nel 2020, la locale Divisione Anticrimine ha condotto indagini patrimoniali nei confronti del predetto e del suo nucleo familiare convivente, che hanno consentito di accertare una sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari ed immobiliari effettuati ed i redditi percepiti a conferma dell’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita.
In particolare, nel corso delle indagini si è rilevato come l’acquisto e la ristrutturazione della villa, oggetto di sequestro con l’odierno provvedimento, riconducibile al Giustiniani ma formalmente intestata ai genitori, risultassero incompatibili con i redditi dichiarati, la cui entità si è dimostrata addirittura insufficiente a garantire anche il solo sostentamento familiare.
L’odierno provvedimento assume, altresì, un’importante valenza poiché, grazie all’attività congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo, entrambi titolari del potere di proposta dell’applicazione di misure di prevenzione, si mira a restituire alla comunità i beni illecitamente accumulati da “cosa nostra”.