Trapani

Trapani, Comune ed Ufficio Dogane contro contraffazione

PALERMO – È stato siglato un accordo tra il Comune di Trapani, guidato dal sindaco Giacomo Tranchida, e l’ufficio delle Dogane dello stesso territorio (Direzione Territoriale VIII – Sicilia), con direttore Marlene Mauro, al fine di difendere il made in Italy e contrastare così tutte le contraffazioni, che rappresentano una vera e propria minaccia per qualsiasi società civile.

Con la sottoscrizione del protocollo si intende avviare un percorso di reciproca cooperazione che permetta di informare capillarmente cittadini e imprese (anche tramite eventi divulgativi e azioni congiunte di comunicazione istituzionale) sulle disposizioni di carattere fiscale, per garantire un maggiore adempimento degli obblighi e la piena conoscenza dei diritti, dei doveri e delle agevolazioni esistenti in materia doganale e di accise.

Il Comune di Trapani, il Corpo di Polizia Locale e l’Ufficio delle Dogane di Trapani coopereranno tramite continui scambi informativi, anche nella prevenzione e repressione dei fenomeni illeciti connessi al commercio, in particolare attraverso il contrasto alla vendita di prodotti contraffatti o riportanti false indicazioni sull’origine, sulla provenienza o sulla qualità, non corrispondenti alle norme in vigore.
Fine ultimo? accertare e sanzionare le attività illecite e prevenire gli effetti nocivi sul consumatore finale.

Leggendo il protocollo, le parti si propongono diverse finalità, oltre le già elencate, come: rafforzare e semplificare l’operatività degli Enti coinvolti, grazie ad attività congiunte ed alla concessione, da parte del Comune all’Ufficio delle Dogane di Trapani, di apposite aree da destinare alle attività di controllo; instaurare una cooperazione tra Corpo di Polizia Locale ed Ufficio delle Dogane di Trapani al fine di individuare la filiera e reprimere con continuità ed efficacia il fenomeno della vendita di prodotti di qualità diversa dal dichiarato e di intercettare i comportamenti contrari alle norme sul commercio internazionale.

“Le Parti si impegnano anche, con i relativi organi, ad attuare il presente Protocollo d’Intesa – si legge nella nota – nel quadro dei rispettivi ordinamenti, così come definiti dalle normative comunitarie, nazionali, regionali e locali attualmente in vigore”. L’accordo ha però una durata limitata di tre anni a partire dalla data di sottoscrizione e potrà essere modificato in ogni momento e rinnovato alla scadenza, ma anche sciolto consensualmente.

Un accordo importante, perché notevoli sono i danni che il fenomeno arreca all’economia legale: mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità. Inoltre, i prodotti contraffatti, essendo fabbricati al di fuori dei canali legali, sviliscono il marchio e non garantiscono il rispetto degli standard di produzione e conformità stabiliti a livello nazionale ed europeo, con evidenti possibili riflessi negativi in termini di sicurezza del consumatore.

Vanno poi considerati anche i potenziali risvolti sociali, connessi allo sfruttamento di soggetti deboli attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero. Da ultimo, non vanno sottaciuti i danni all’Erario, attraverso l’evasione dell’Iva e delle imposte sui redditi, e al mercato, mediante alterazione del suo regolare funzionamento, a causa della concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione.