Tre anni senza il “Maestro” Andrea Camilleri. Il grande scrittore e regista siciliano, che ha avuto la capacità di portare, tra passioni e crude realtà, la tradizione e i luoghi dell’isola in tutto il mondo, si è spento infatti il 17 luglio del 2019. La sua è una storia di ricerca, applicazione totale e successi letterari intramontabili, soprattutto per chi ne condivide le origini.
Nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, fino al 1943 vive tra la sua terra natia e Agrigento per frequentare il liceo classico. Si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo senza però proseguire gli studi umanistici. Tra il 1946 e il 1947 scrive dei racconti pubblicati su “L’Italia socialista” e “L’Ora” di Palermo. Camilleri ha successivamente sostenuto l’esame per entrare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica a Roma, frequentando il corso di regia tenuto da Orazio Costa, considerato da Camilleri il suo vero insegnante. Negli anni Cinquanta è regista teatrale e comincia a lavorare pure per la Rai in radiofonia. Nel Sessanta mette in scena il “teatro dell’assurdo” e si occupa di tanti sceneggiati di successo.
Il grande successo arriva intorno agli anni Novanta con la pubblicazione dei romanzi che hanno come protagonista il commissario Montalbano, personaggio dalla fortissima identità, sempre riconosciuta e apprezzata a livello internazionale. Oggi, in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, Rai Storia ricorda il sicilianissimo con “Andrea Camilleri Vigata nel cuore“, regia di Flavia Ruggeri, in onda alle 19:45.
“Il bello della Sicilia è la scoperta quotidiana di siciliani sempre diversi” questa è solo una delle frasi del Maestro, amante delle sua terra e conscio della natura dei suoi abitanti caratterizzati da mille sfumature.