C’è ancora vento di tramontana per il centrosinistra in Abruzzo. Il vento più caldo della Sardegna, nonostante sia venuta Todde, qui non è arrivato. Vince lo straniero di Colle Oppio, vince fondamentalmente Meloni che su Marsilio, suo compagno di corrente nei Gabbiani romani, ci ha giocato la faccia, e seppur all’ultimo momento ci ha messo pure i soldi.
Il centrosinistra non aveva una faccia, ma tante faccette, come quelle odontoiatriche, dietro al buon professore Luciano D’Amico. Questa dimensione pedagogica va bene per le fiction con Alessandro Gassman, per educare i ragazzi problematici capitolini, meno per convincere gente di montagna e di mare, uno solo, l’Adriatico. Qua vinceva il padrone buono Remo Gaspari, che alla sua terra portava sempre soldini, o il lupo marsicano Marini, che con il suo carattere pervicace ma paziente diventò la massima carica istituzionale data all’Abruzzo.
Non è terra per compagnie di giro di cui si notava lo scarso assortimento. Chi pensava alla spallata alla Meloni ci sarà rimasto malissimo, ma il campo largo non ha convinto come sommatoria. Diciamo che in Sardegna la candidata, molto autonoma, ha fatto la differenza, e qui giocavano contro Giorgia in persona, la quale è ancora forte, più dei suoi uomini. Nota di costume: Forza Italia al 14%, testimonia la voglia di moderazione e stanchezza dai sovranismo, più che convinzione in Tajani, cosa che deve fare riflettere tutti. Ora il tour elettorale ci porterà in Basilicata, cosa vuoi più dalla vita?
Così è se vi pare.