PALERMO – Segnali incoraggianti per l’industria dei congressi e degli eventi, che riparte dopo gli anni segnati dalle chiusure e dalla pandemia di Covid-19. Un settore che riprende a marciare, ma con spiccate differenze tra le varie zone d’Italia: la maggior parte dei congressi e degli eventi, il 65,2%, si è svolta infatti al Nord, il 21,8% al Centro, il 9,4% al Sud e appena il 3,6% nelle Isole. Per la Sicilia, insomma, la strada è tutta in salita.
Ma torniamo ai numeri, diffusi dall’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi (Oice) grazie a una ricerca dall’Alta scuola di Economia e Relazioni internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri). Nel 2021 in Italia sono stati realizzati 86.438 eventi in presenza o in formato ibrido (partecipanti in parte in presenza e in parte collegati da remoto) registrando un aumento pari al 23,7% rispetto al 2020. I partecipanti in presenza sono stati 4.585.433 (+14,7% rispetto al 2020) e le presenze 6.798.425 (+16,3% rispetto al 2020).
A fronte di questi dati va comunque ricordato che le normative hanno reso possibile la realizzazione degli eventi in presenza solo dal primo luglio e con capienza ridotta sino al 2 dicembre. La ricerca ha preso in considerazione eventi e congressi con un minimo di dieci partecipanti ciascuno e della durata minima di quattro ore. La raccolta dei dati è avvenuta nel periodo febbraio-aprile 2022 e si è avvalsa di un questionario distribuito online a 5.443 sedi operanti in Italia nel settore dei congressi e degli eventi. Le risposte ottenute sono in grado di rappresentare in modo statisticamente significativo l’universo di riferimento a un livello di probabilità del 95% e con un errore massimo ammesso del 9,6%.
“Prima dell’improvvisa battuta d’arresto dovuta alla pandemia nel 2020 – si legge nella ricerca – il mercato italiano dei congressi e degli eventi registrava un tasso di incremento medio annuo del numero di eventi pari al 4,1%… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI