RAGUSA – “Quest’anno, durante le festività natalizie, ci siamo accorti che più di qualcosa non ha funzionato perché è affiorata non solo una certa disattenzione ma anche perché i visitatori, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono risultati in calo”.
È questa la percezione che residenti e operatori commerciali hanno del turismo a Ragusa, di Ibla in particolare. A dirlo è Comibleo, il comitato spontaneo di residenti che sta cercando di far capire a chi di dovere che qualcosa proprio non va.
“Alcune attività commerciali hanno chiuso o stanno per chiudere i battenti a Ibla – hanno detto dal comitato -. Questo significa che si sta consumando una disattenzione, per le prospettive future della città antica, che non è auspicabile da parte di nessuno: né dei residenti né degli operatori commerciali. Ibla ha da sempre rivestito un ruolo chiave nelle politiche turistiche cittadine. Non è certo ammissibile che si possa ritornare al passato quando Ibla era soltanto una sorta di dormitorio della città. Ma occorre prendere atto che è necessario sforzarsi per assicurare continuità alle ambizioni turistiche e, quindi, di crescita generale della città antica”.
In realtà, però, dati alla mano, la situazione sarebbe ben diversa: secondo il primo cittadino Peppe Cassì, i dati sulla tassa di soggiorno – disponibili ancora fino al terzo trimestre 2024 – fotografano altro e dicono che “Ragusa ha stabilmente raggiunto i livelli pre-pandemia nonostante la chiusura di quelle che erano le due strutture ricettive che più contribuivano al dato. È basandoci sui dati che – ha evidenziato il sindaco Cassì, che detiene la delega al Turismo – intendiamo approntare la strategia turistica che abbiamo già presentato; ed è basandoci sulla costante analisi dei dati che stiamo mettendo in atto le azioni di promozione, eventi e promo-commercializzazione che la città avrà modo di vedere coi propri occhi. Dispiace solo notare che, nonostante i nostri numeri siano in linea con quelli del sud-est siciliano, ancora una volta c’è l’evidente tendenza a parlar male di noi stessi facendo la peggiore pubblicità possibile della nostra terra”.
Il trend positivo è stato confermato qualche giorno fa anche dall’Osservatorio sul turismo che ha fatto il punto sulla situazione attuale. “Partiamo da un fatto: fonte Turistat – ha detto ancora il sindaco – a Ragusa risultano 878 strutture per un totale di 13.993, oltre un terzo della capienza complessiva della intera provincia”.
E per il futuro? “C’è da lavorare e c’è da farlo insieme, pubblico e privato – ha aggiunto Peppe Cassì – utilizzando proprio questi dati per capire cosa attrae i flussi e quali politiche, di prezzo, di marketing, di eventi, attuano i territori concorrenti. Una cosa deve essere ben chiara: si vince solo facendo sistema tra quartieri, tra città, tra imprenditori”.