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“Servizi, infrastrutture, attenzione”: la formula per potenziare il turismo nei piccoli Comuni siciliani

“Potenziare i piccoli Comuni, che soffrono attualmente di spopolamento, dotandoli di servizi adeguati, rendendoli così appetibili per turisti stranieri, ma anche per connazionali che vogliono magari sfruttare la possibilità del lavoro agile per fare una piccola pausa durante l’anno, senza però allontanarsi troppo”.

Ѐ uno degli obiettivi da raggiungere per allungare la stagionalità, come ha sottolineato la ministra del Turismo Daniela Santanchè nel messaggio inviato a Toti Piscopo, presidente della sezione Turismo e nautica di Sicindustria Palermo, in occasione di Travelexpo, la Borsa Globale dei Turismo, svoltasi a Terrasini (PA).

I fondi per potenziare il turismo nei piccoli Comuni

A questo proposito, il Ministero ha stanziato inizialmente 26 milioni di euro destinati ai piccoli comuni a vocazione turistica. Lo stanziamento è poi stato poi incrementato a 34 milioni di euro, con lo scorrimento della graduatoria, come annunciato dalla stessa ministra Santanché attraverso un comunicato diramato da Travelexpo.

Ma come vanno le cose nei piccoli Comuni siciliani dal punto di vista turistico? E quali sono le esigenze di questi territori per un maggiore sviluppo del settore? Per avere un quadro della situazione abbiamo intervistato Maurizio Zingales, presidente del coordinamento dei piccoli Comuni per Anci Sicilia.

La Rete dei musei comunali della Sicilia

Presidente, quali iniziative state prendendo attualmente per il rilancio turistico nei piccoli Comuni siciliani?

“Le iniziative intraprese sono diverse, soprattutto nel settore delle produzioni alimentari e dell’artigianato, i progetti di albergo diffuso che coinvolgono diverse realtà comunali con la partecipazione dei privati. Da evidenziare come recente iniziativa promossa e realizzata dall’ANCI Sicilia in collaborazione con i Comuni di tutta la Regione vi è sicuramente il progetto della ‘Rete dei musei comunali della Sicilia‘, che vede aderire finora 80 Comuni con 131 musei individuati. Una realtà che rappresenta un enorme patrimonio da poter fruire in maniera organizzata”.

Collegamenti trascurati

Quali infrastrutture necessitano, secondo lei, per il turismo, nei piccoli Comuni siciliani?

“Tra le infrastrutture essenziali vi é sicuramente la rete viaria secondaria che collega diverse realtà dell’entroterra che negli ultimi anni è stata trascurata, per non dire abbandonata. Ciò renderebbe la mobilità dei turisti che si muovono in auto e mezzi pubblici, molto più agevole per ammirare e fruire le nostre realtà marginali. Una rete viaria e servizi di trasporti che devono garantire un collegamento con quella che rappresenta la viabilità primaria rappresentata dalla rete ferroviaria, dalle autostrade e aeroporti che potrebbero realizzarsi in altre zone, come nella zona di Milazzo funzionale alla città di Messina, alla provincia e alle Isole Eolie, o nella zona dell’Agrigentino”.

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Potenziare i piccoli Comuni siciliani, le aree sotto controllo

Ci sono zone della Sicilia che a suo avviso meritano maggiore attenzione?

“Tutti i Comuni della Sicilia meritano attenzione a livello turistico, perché contenitori di un enorme patrimonio ambientale, artistico-culturale, di artigianato, di produzioni di eccellenza che possono essere attrazione di quel ‘turismo esperienziale‘ di cui tanto si parla e su cui tanto si sta puntando in ogni parte d’Italia. Non a caso in una norma regionale recentemente approvata si individuano tutti i 391 Comuni siciliani come turistici. Ma se si dovessero attenzionare delle zone, oltre quelle già evolute a livello turistico, non vi è dubbio che le cosiddette Aree Interne individuate in Sicilia per la loro marginalità, sono quelle che hanno necessità di migliorare servizi socio-sanitari, di mobilità secondaria e di reti di connessioni. Oltre a un investimento pubblico e privato sul patrimonio immobiliare soprattutto nei centri storici”.