Secondo Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti dal 2017, il principale problema del turismo in Sicilia è il gap infrastrutturale.
Lo ha confermato durante un’intervista concessa a QdS, a cura di Elettra Vitale e Carmelo Lazzaro Danzuso dove il numero uno di Assoturismo ha auspicato anche nuovi investimenti e strategie per dare una “svolta” al turismo siciliano.
Dopo la crisi pandemica, i dati sugli arrivi in Sicilia segnano una graduale ma evidente ripresa del settore turistico. “Si tratta del primo anno post-pandemia, libero dalle restrizioni degli ultimi due, che ci restituisce una fotografia molto confortante”, ha spiegato Messina, sottolineando come tra luglio e settembre abbiano perfino superato le presenze dello stesso periodo nel 2021.
“Ancora siamo lontani dai numeri pre-Covid, ma sicuramente si registra un trend in salita molto importante. Nonostante ciò, la Sicilia vale “5 volte meno” rispetto al Veneto in termini di presenze e ricavi dal turismo.
Un modo per invertire la tendenza c’è e, per il numero uno di Assoturismo, la priorità è ridurre il gap infrastrutturale che tormenta la Sicilia da decenni. “Bisogna agire sul gap infrastrutturale che ci caratterizza in negativo e che tarpa le ali alla crescita del settore. Mentre il turismo balneare è statico e si localizza nella località prescelta, quello culturale chiede di spostarsi in più siti dell’Isola. Occorrono investimenti che non riguardino esclusivamente la filiera degli imprenditori ma che coinvolgano anche le azioni dirette dell’Amministrazione regionale”, ha commentato Messina.
“Il turismo è una voce economica importantissima per gli equilibri economici della nostra terra, che vale il 22% del Pil. Disponiamo di tutte le risorse per mettere in atto al meglio tutte le opere di accoglienza”, ha aggiunto. Poi ha precisato: “Le nostre autostrade e vie di comunicazioni sono attualmente impercorribili, soprattutto per gli stranieri”. Tra le opere infrastrutturali che meriterebbero particolare attenzione, per Messina ci sono proprio le autostrade per collegare le varie città e i luoghi di cultura, così da aumentare anche la permanenza media dei turisti.
A “frenare” il turismo in Sicilia non è solo il gap infrastrutturale. Per Messina, la Sicilia dovrebbe mettere in atto strategie per potenziare non solo il turismo balneare ma anche quello culturale.
“Noi siamo fortissimi con il turismo balneare, ma non riusciamo a ingranare negli altri mesi dell’anno. Questo probabilmente accade perché non abbiamo investito abbastanza sul turismo culturale e delle città d’arte”.
Un esempio virtuoso, però, c’è stato. “Abbiamo un esempio lampante con Palermo che, una volta dichiarata Capitale della Cultura, ha iniziato una serie di strategie di promozione turistica di cui ha beneficiato non solo la città stessa ma tutta la Regione.
Un episodio e una questione – quella del turismo culturale – sulla quale riflettere per trasformare il turismo nel cuore dell’economia siciliana.
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