Di ampliamento della rete Sai e dell’accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina si è parlato nel corso del webinar organizzato lo scorso 30 marzo dall’Anci Sicilia, in collaborazione con il Servizio centrale del Sai.
L’incontro, cui hanno preso parte, fra gli altri, il segretario generale dell’Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano, che ha introdotto e coordinato i lavori, Virginia Costa, dirigente del Servizio centrale Sai e Angela Errore, referente Sai per il Comune di Palermo, Ente capofila del progetto 3031 COOPERA, è stato incentrato sui contenuti degli Avvisi del 16 e del 25 marzo 2022 emessi dal Dipartimento per le libertà civili e per l’immigrazione del ministero dell’Interno che prevedono un ampliamento di circa 4.500 posti per gli Enti locali facenti parte della rete Sai (Sistema accoglienza e integrazione).
Gli avvisi sono destinati, con priorità, ai nuclei familiari anche monoparentali per fronteggiare le esigenze di accoglienza dei profughi in fuga dall’Ucraina e saranno finanziati a valere sul Fondo nazionale per le Politiche e i Servizi dell’asilo.
“Si tratta di un’importante opportunità – hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia – accompagnata da specifiche norme che, in alcuni casi, hanno anche carattere derogatorio rispetto al Codice dei Contratti, che nasce dalla necessità di accogliere un gran numero di profughi provenienti dall’Ucraina, velocizzando il più possibile le procedure di accoglienza”.
“Il sistema di accoglienza in Italia – hanno aggiunto Orlando e Alvano – si è evoluto e perfezionato negli anni, privilegiando un modello diffuso sul territorio nazionale orientato all’inclusione sociale dei migranti. Gli avvisi emessi dal ministero dell’Interno serviranno, nel breve periodo, a gestire un’emergenza e a sostenere una popolazione allo stremo a causa della guerra in Ucraina, ma saranno utili anche in futuro in quanto serviranno a rafforzare nei territori un modello diffuso di assistenza e integrazione nei confronti dei cittadini migranti”.