BRUXELLES – La filiera del vino italiano è a rischio e bisogna proteggerla. È quanto ha dichiarato l’europarlamentare pentastellato Dino Giarrusso: “Domani (oggi per chi legge, ndr) – ricorda Giarrusso – il Parlamento Europeo viene chiamato a votare le raccomandazioni della Commissione parlamentare speciale per la lotta contro il cancro e fra queste c’è quella di dotare le bottiglie di vino di un bollino nero che dovrebbe servire per avvisare del pericolo di cancro, sulla scia del famigerato e sciagurato Nutriscore, penalizzante per l’Italia e contro il quale mi batto da anni. Il Movimento 5 Stelle ha cofirmato un emendamento per scongiurare questa scelta scellerata. La lotta ai tumori è sacrosanta e mi vedrà sempre in prima fila – sottolinea Giarrusso – ma la strada che qualcuno vuol far prendere all’Europa è totalmente fuorviante. Equiparare il vino a un veleno, come il fumo o le radiazioni pericolose, è sbagliato e scientificamente non fondato. Una penalizzazione così violenta – prosegue – non aiuterebbe la prevenzione dei tumori e sarebbe un micidiale colpo di grazia per migliaia di produttori italiani che grazie alla qualità dei loro prodotti sono diventate delle eccellenze in tutto il mondo, e che vengono penalizzati da follie quali lo zuccheraggio del vino, permesso dall’Europa e non segnalato in etichetta nonostante le nostre battaglie per abolirlo”.
Sui rischi di crisi nel settore del vino italiano a causa di decisioni dell’Europa sono intervenuti anche altri politici. Gli europarlamentari Herbert Dorfmann e Paolo De Castro (Pd) sono i primi firmatari di quattro emendamenti che chiedono innanzitutto una differenziazione tra uso e abuso di alcol, sottolineando che “il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche, in combinazione con diete e stili di vita sani quali la dieta mediterranea, può avere effetti positivi in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari”.
Ancora, per “evitare di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica”, i firmatari chiedono “l’eliminazione della richiesta paradossale di avere sulle bottiglie di vino avvertenze sanitarie come sui pacchetti di sigarette”.
Secondo Uiv, l’Unione italiana vini, senza gli emendamenti al testo il vino italiano si troverebbe ad affrontare un effetto tsunami nel medio-lungo termine solo in parte calcolabile. La contrazione dei consumi stimata è attorno al 25/30% ma ancora maggiore sarebbe quella del fatturato del settore, che calerebbe del 35% per un equivalente di quasi 5 miliardi di euro l’anno.
“È del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino”, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che insieme al consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia ha scritto per difendere il vino italiano al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici. Michela Pallini, presidente di Federvini, aveva lanciato un allarme. “Il piano europeo di lotta contro il cancro prima, il documento dell’OMS sulla lotta all’alcol e infine il bollino nero nel Nutriscore sono il chiaro il tentativo di attacco concentrico nei confronti di quei prodotti e di quei Paesi che guarda caso da sempre sono stati portabandiera di uno stile di vita corretto, alimentazione bilanciata, cultura del bere e bellezza associata ai propri territori. Il tutto con una base scientifica approssimativa e grossolana, che non fa le necessarie distinzioni.