L’Assemblea regionale siciliana sta lavorando a quello che si appresta a diventare un’importante regolamentazione nel campo della salute: il disegno di legge che istituisce la figura dello psicologo per le cure primarie.
Chiamato impropriamente “psicologo di base”, la figura verrà rivoluzionata in Sicilia. Questa volta sono tutti d’accordo, tanto che i ddl sono stati presentati da più parti politiche, da centrosinistra e da centrodestra, poi confluiti in un unico testo, in attesa del completamento degli oltre 100 emendamenti presentati che via via stanno per essere approvati.
Il deputato regionale Giuseppe Laccoto, presidente della VI Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari dell’Ars, sta lavorando al testo definitivo per trasferirlo in Commissione Bilancio e poi in Aula: “Stiamo facendo un lavoro certosino per evitare l’impugnativa dello Stato, perchè la figura dello psicologo di base è diverso rispetto a quella prevista in altre regioni italiane. Il testo prevede l’istituzione di un servizio psicologico di base, ben due per ogni Distretto socio-Sanitario, quindi 112 psicologi per 56 distretti – specifica – con la prospettiva di estenderlo. Oggi come non mai il post-Covid ha dimostrato tutta la fragilità dietro le famiglie, i giovani”.
“Il ddl prevede anche un ticket a seconda l’ISEE dando così la possibilità a chi ha un reddito basso di poter accedere al servizio psicologico – come spiega il deputato regionale di Lega-Prima l’Italia -. Sarà più di una figura di ausilio quella dello psicologo per le cure primarie, dovrà essere interfaccia col territorio, le famiglie, il medico di base ed eventualmente anche con le strutture specializzate”.
Per stilare un ddl completo, si sono seguiti i suggerimenti degli psicologi siciliani riuniti in gruppi, ordine e federazione.
Altre due le novità del disegno di legge siciliano: “Sono previsti appositi elenchi per gli psicologi, tenuti dalle Asp, e stiamo stabilendo pure un corso di formazione per i professionisti che verranno iscritti in questi elenchi, che potrebbe variare dai 3 ai 6 mesi”, dice Laccoto.
Giuseppe Spitale, psicologo e psicoterapeuta, è componente della segreteria Aupi, Associazione Unitaria Psicologi Italiani, membro di FIP e del gruppo “Agire per l’ordine” che hanno lavorato al testo del disegno di legge.
“La pandemia ha fatto esplodere la richiesta di prestazioni psicologiche – afferma Spitale – che ci ha portato, come categoria, a sperimentare un approccio multiprofessionale alla persona. Assieme al medico e agli infermieri, durante il Covid, è stata più volte chiamata in causa la figura dello psicologo, la Sicilia è stata la regione con più richieste in Italia. Abbiamo sperimentato un aspetto collaborativo che confluisce nel disegno di legge. Lo Psicologo per le cure primarie infatti, si colloca in un territorio, all’interno dei distretti socio-sanitari siciliani e lavorerà in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per garantire innanzitutto un intervento precoce quanto più vicino al cittadino utente”.
Come spiega Spitale “… è importante intercettare e prevenire il peso crescente dei disturbi della popolazione, lo psicologo sarà un filtro tra i vari livelli di cura, riducendo anche il peso in pronto soccorso e in ospedale. Perchè molti spesso si recano in nosocomio per un attacco di panico, di ansia. Lo psicologo sarà una figura fisicamente vicina al cittadino utente, che potrà recarsi nel suo ambulatorio direttamente, evitando così di intasare gli ospedali stessi. E’ altresì determinante prevenire un bisogno perchè questo un giorno potrà fare emergere una patologia che sarà difficile poi da gestire”.
Ci sono state altre norme in varie regioni d’Italia, come in Campania, Abruzzo, Puglia, che però prevedono una figura di psicologo diverso da quello previsto dal disegno di legge in Sicilia. “Questo perchè abbiamo lavorato osservando storicamente quanto già fatto nei vari territorio con i consultori, abbiamo ‘letto’ i bisogni del cittadino e lo abbiamo tradotto nel nuovo testo che ha aspetti innovativi rispetto alle altre realtà italiane, cuciti addosso a quello che è proprio il bisogno stesso dell’utente – afferma lo psicoterapeuta -. La nostra è una grande isola, con realtà diversificate, zone con un’alta presenza di immigrazione con necessità specifiche anche dal punto di vista psicologico; altre zone, come quelle industriali, sono segnate da altri stili di vita ed altre patologie. La Sicilia ha un ventaglio di richieste ampie sul fronte e bisogna dare risposte a tutti”.