CATANIA – Per la prima volta in Italia un edificio della Banca d’Italia è diventato parte integrante di un’opera di street art. La sede di Catania è la protagonista di questo primato. Sul progetto immaginato a fine 2021 dal direttore Gennaro Gigante, con il sostegno dell’allora assessore alla Cultura del Comune di Catania, Barbara Mirabella, e l’appoggio dell’Accademia di Belle Arti di Catania, l’ingresso da via Luigi Sturzo ha trovato una dimensione totalmente nuova, abbellendo anche la zona circostante, cioè parte del quartiere di San Berillo.
Il murales che è stato inaugurato all’esterno della sede della Banca d’Italia di Catania si chiama “Banco di vita” ed è stato realizzata dall’artista romana Chiara Capobianco. I lavori sono durati un anno e ne è nata un’opera coerente con la “catanesità” e totalmente sostenibile. “Banco di vita” è stato dipinto utilizzando vernici naturali, che assorbono l’anidride carbonica e verrà illuminato in notturna da un sistema di lampade al led agganciato all’impianto elettrico della Banca d’Italia, a sua volta alimentato a energia solare.
Il murales voluto dal direttore Gennaro Gigante è un’opera di riqualificazione urbana per il quartiere di San Berillo. “Volevamo provare a rompere i confini con il quartiere – ha dichiarato il direttore della sede etnea della Banca d’Italia -, solo l’arte poteva aiutarci a eliminare questa sottile linea di demarcazione. Non è la presenza di un murales a poter cambiare la vita a San Berillo, ma possiamo dialogare. Questo progetto – ha continuato Gigante – non è stato subito approvato dai vertici della banca. Oggi devo dei ringraziamenti anche al mondo culturale catanese che nel 2021 ha sostenuto l’iniziativa”.
Il capo Dipartimento Immobili e Appalti della Banca d’Italia, Ciro Vacca, ha messo in evidenza l’unicità dell’iniziativa realizzata a Catania. “Questo murale è merito di Gennaro Gigante ed è una rivoluzione per Banca d’Italia. L’opera è un impulso di ottimismo e speranza, un segnale di fiducia verso il territorio e offre la possibilità di confermare l’autorevolezza di cui già gode l’istituto”. Per il sindaco Enrico Trantino “Banco della vita” è un altro segnale per i catanesi che non vogliono arrendersi alla rassegnazione. Trantino ha ricordato il piano da 25 milioni di euro che ha disponibile il comune per la rigenerazione dei territori in cui cade il murales e non ha dimenticato di ricordare: “La riqualificazione delle aree su Corso dei Martiri spetta ai privati, il Comune non può intervenire”.
Prima del taglio del nastro sono intervenute la preside dell’Accademia di Bella Arti di Catania, Lina Scalisi, e l’autrice dell’opera, Chiara Capobianco. “Ringrazio il direttore Gigante per la visione avuta in un momento terribile come è stato quello della pandemia. La sua idea è diventata proposta attraverso l’ascolto del territorio. Ricordo ancora la conferenza da cui tutto è iniziato e l’entusiasmo che mi ha subito suscitato l’idea – ha dichiarato la preside Scalisi -. L’arte è la maniera più diretta per rigenerare la comunità durante i periodi di depressione economica e morale”. Commossa fino alle lacrime la street artist Capobianco: “Per me e il mio compagno Lorenzo è stato un vero onore lavorare a questa parete. Quando abbiamo compreso la responsabilità che ci è stata data e la grandezza della fiducia che ci è stata concessa, dalla Banca e dagli abitanti del quartiere, abbiamo capito quanto è stato straordinario questo intervento. Abbiamo conosciuto delle persone eccezionali”.
“Banco di vita nasce dal gioco di parole tra ‘banca’ e i ‘banchi’ della città dove la cultura si crea e si commercia – ha spiegato Capobianco -. Lasciamo quest’opera dopo un anno di lavoro di squadra a cui hanno partecipato oltre gli operai, anche i passanti”. Il murales si snoda tra una serie di “omini” che partono dal basso e finiscono in cima al palazzo, in un climax in cui si susseguono immagini con la benedizione di Sant’Agata, il Liotro e l’Etna. L’opera è visitabile in ogni momento in Via Luigi Sturzo.