Catania

Unict, l’anno accademico riparte da donne e scienza

CATANIA – “Le crisi locali e globali che il nostro ateneo ha affrontato negli ultimi due anni sono state palestre di rinnovamento e i risultati ottenuti forniscono alla nostra comunità la fiducia per affrontare le sfide con una visione condivisa, obiettivi comuni e un metodo di lavoro inclusivo. La passione, la professionalità e lo spirito di resilienza dimostrati dal personale d’ateneo nei momenti più bui della nostra storia rappresentano i tratti distintivi di una comunità sana. La speranza è che finalmente venga data visibilità al profondo cambiamento a cui, con grande dignità, l’Università di Catania sta dando forma”. Con queste parole il rettore Francesco Priolo ha concluso il suo discorso scandendo il momento solenne della dichiarazione di apertura del nuovo anno accademico, il 587° dalla fondazione.

All’interno della Chiesa di San Nicolò l’Arena sono intervenute anche il ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa e la senatrice a vita Elena Cattaneo. Un appuntamento ristretto a causa della persistenza dell’emergenza pandemica, ma che nulla ha tolto in partecipazione, entusiasmo e spirito di comunità palpabili durante le tre ore di cerimonia. Tra gli altri, erano presenti il presidente della Regione Nello Musumeci, la prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi, la prorettrice Unict Francesca Longo e il direttore generale Unict Giovanni La Via.

La cerimonia è stata dedicata alle donne impegnate in ambito scientifico, proprio a pochi giorni dalla “Giornata internazionale Donne e Ragazze della Scienza” istituita dall’Onu per l’11 febbraio. Immancabile il ricordo a Rita Levi Montalcini, scienziata e senatrice a vita, emblema del primato della scienza al femminile, da cui proprio la ministra Messa è partita per aprire il suo discorso.

“Rita Levi Montalcini – ha detto Messa – è una figura che riesce ancora oggi a comunicare ai giovani, a quegli stessi giovani che hanno vissuto due anni difficilissimi a causa della pandemia. A loro dobbiamo aiuto e ascolto perché arrivano alla laurea al termine degli studi svolti in Dad. L’università ha assunto un ruolo centrale e a differenza del passato, oggi, gode di importanti risorse finanziarie: 11 miliardi arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e saranno impiegati anche per raggiungere l’obiettivo del più 20% di iscrizioni di studentesse alle materie Stem”.

Le università in tutta Italia, e qui anche, e in Sicilia in particolare, svolgono un ruolo di ‘faro’ nella società che può essere offuscato, ed è successo, ma deve riprendere ad emanare la propria luce perché è un punto di riferimento estremamente importante – ha proseguito la ministra -. Il cambio di passo che chiedo, a questo e gli atenei di tutta Italia, è lavorare per saper intuire cosa accadrà nel futuro prossimo, perché la formazione di uno studente si spende per una vita intera”.

Infine Maria Cristina Messa ha comunicato gli obiettivi ministeriali. “Vogliamo rendere accessibili gli studi indipendentemente dalla situazione economica delle famiglie. Il diritto allo studio non è perfetto, ma borse di studio, no tax area, e rapporto governo-regioni per aumentare la platea restano le chance del futuro. Lavoreremo sugli strumenti di meritocrazia per incrementare il ricambio generazionale anche ridiscutendo i criteri del merito. Dobbiamo lavorare insieme perché i giovani non solo credano nell’università, ma perché abbiamo ragione di crederci”.

Un minuto di applausi a David Sassoli ha inframezzato l’intervento di apertura del rettore Priolo. “Lo scorso anno celebravamo l’inizio dell’anno accademico online, ma ci onorava della sua presenza David Sassoli in qualità di presidente del Parlamento duropeo. Il suo intervento denso di contenuti riscaldava il cuore di tutti”. Ad ottobre del 2021 proprio Sassoli dichiarò l’importanza di battersi ogni giorno per la parità di genere.

“La Gender Equality Week europea – ha evidenziato Priolo – propone uguaglianza che va contro la retorica. Sul ruolo femminile nella scienza e nella ricerca i dati Unesco stimano come solo il 33,33% del personale docente e ricercatore è donna. Serve invertire il trend con i giusti processi di innovazione culturale. Il contributo delle donne è enorme anche in Italia e lo dimostrano Maria Cristina Messa ed Elena Cattaneo nel loro ruolo istituzionale e attraverso il cambiamento che hanno generato con la loro azione. La recente adozione da parte dell’Università di Catania del Gender Equality Plan chiede l’attuazione di piani per creare uguaglianza. Comprende azioni per superare barriere in ogni ambito e livello. I dati ci incoraggiano. Nel 2020 il 42 per cento per cento di studentesse è impegnata in materie Stem ed è una presenza in crescita. Dal 2015 al 2020 il numero di colleghe donne è passato dal 34 per cento al 37 per cento. Molto resta ancora da fare a partire dal nuovo Gender Equality Plan, ma pensando alla profonda crisi del 2019 possiamo notare cambiamenti radicali in soli due anni, sia amministrativi che culturali. Questo ateneo è altro dall’immagine cristallizzata del suo recente passato. Le immatricolazioni sono cresciute di un ulteriore 2,5 per cento e per crescere ulteriormente puntiamo su quattro obiettivi: modernizzazione, transizione digitale, inclusione sociale, internazionalizzazione”.

Alle 13:46 il rettore Francesco Priolo ha dichiarato aperto il 587° anno di attività universitaria dell’ateneo. La lunga e partecipata cerimonia dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022 è terminata con l’intervento della senatrice a vita Cattaneo, incentrato sui parallelismo tra Rita Levi Montalcini, Katalin Karikò (biochimica ungherese specializzata in meccanismi dell’Rna), Giulio Regeni e Patrick Zaki. Ed infine una grande foto di gruppo che ha coinvolto Messa e Cattaneo tra i sorrisi nascosti, ma pur sempre visibili, nonostante la mascherina.

Twitter: @ChiaraBorzi