Messina

Unime, primo giorno di voto per la scelta del nuovo rettore

MESSINA – Per l’Università oggi è il giorno del voto. Il primo turno di una competizione difficile, segnata da tensioni interne, che viene dopo il ciclone che ha travolto l’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, vicenda su cui si continua a indagare, che ha minato la credibilità dell’Ateneo più antico tra quelli siciliani.

Si dovrà scegliere chi tra i professori Michele Limosani, Giovanna Spatari e Giovanni Moschella, guiderà UniMe per i prossimi sei anni e si dovrà proprio cominciare dalla ricomposizione delle fratture tra schieramenti contrapposti che hanno contraddistinto non gli ultimi mesi ma gli ultimi anni della vita dell’Ateneo. Si dovranno mettere azioni in campo per riconquistare quelle posizioni perse dopo la sovraesposizione mediatica per le tante ombre emerse e fare tornare protagoniste le risorse e le eccellenze che l’Università di Messina comunque possiede, come ha sottolineato Pietro Patti, segretario della Cgil in occasione di un recente confronto con i candidati.

La Uil invece ha indirizzato ai tre docenti una lettera

Limosani, Spatari e Moschella vogliono ripartire da qui: lo hanno ribadito durante i confronti pubblici, gli ultimi proprio quelli organizzati da Cisl e Cgil. La Uil invece ha indirizzato ai tre docenti una lettera aperta in cui si auspica discontinuità e un nuovo inizio con “il confronto come elemento fondante”. Nei programmi di tutti e tre i candidati si parla di gestione partecipativa, inclusiva proprio in contrapposizione con il centralismo di Cuzzocrea. Un atteggiamento contestato in modo più marcato da Limosani, che parla di decisioni spesso prese in solitaria, senza alcuna discussione in Senato accademico. Lo fa però anche Moschella, che criticando questa “deriva” antidemocratica, negli ultimi mesi si era dimesso da Vicario.

Il rapporto fondamentale con il territorio, la funzione dell’Ateneo nell’ottica di una città che deve diventare concretamente universitaria, la relazione con il mondo delle imprese da potenziare sono alcuni dei temi sollecitati durante l’incontro voluto da Nino Alibrandi, segretario provinciale della Cisl, in cui sono intervenuti tra gli altri Pietro Franza, presidente di Sicindustria, e il sindaco Federico Basile. “Immaginiamo un’Università – ha detto Alibrandi – che lavora con il territorio per costruire una visione di futuro per la città, un’azione comune per un rilancio economico occupazionale e culturale”.

Mettere sempre più al servizio del territorio competenze tecniche e scientifiche, offrire corsi di laurea più attinenti alle richieste del mercato del lavoro e incrementare i tirocini nelle imprese, questi gli impegni presi dai tre candidati. Il sindacato ha offerto collaborazione ma vuole anche ascolto per correggere alcune distorsioni del sistema. “Bisogna valorizzare tutto il personale tecnico amministrativo – ha affermato Ivan Tripodi, segretario della Uil – attraverso una valutazione basata esclusivamente sul merito e sulle capacità senza guardare le eventuali appartenenze a cerchie ristrette, male assoluto dell’Ateneo”.

Su ingerenze e condizionamenti politici si è interrotto il fair play che ha dominato le uscite pubbliche dei tre candidati a rettore. Durante il confronto coordinato da Pietro Patti sono emersi i differenti atteggiamenti di fronte al ruolo della politica, che per Moschella deve restare fuori dall’Università. Il docente di Istituzioni di diritto pubblico punta su un’Università basata sulle competenze e non sulle appartenenze e condanna le ingerenze registrate anche in questi giorni, nello svolgimento della campagna elettorale. Per Limosani con la politica bisogna confrontarsi per risolvere questione chiavi. Tutti e tre sottolineano la loro indipendenza e libertà da appartenenze, ma ognuno porta in questa candidatura la sua storia personale, professionale, di coinvolgimento o meno nel dibattito politico locale e da lì partono per esercitare il ruolo a cui verranno chiamati.

Nel dibattito della Cgil sono emerse criticità evidenziate da Patrizia Donato (Flc Cgil) e Damiano Di Giovanni (Udu), che dovranno essere affrontate per rendere UniMe più appetibile, per abbassare la dispersione dopo il primo anno, per frenare le fughe dopo la triennale, per dare più servizi e residenze, per agevolare gli studenti stranieri.

Il Policlinico è un altro tema, dibattuto con la questione dei lavori fermi del Pronto soccorso, della nomina del dg e del tetto di spesa assegnato dalla Regione per la dotazione organica, circa novanta milioni e mezzo di euro, ritenuto insufficiente. E poi ci sono gli investimenti necessari per incrementare la ricerca, indirizzata alla multidisciplinarietà, e quindi risorse da attrarre, come ha ricordato Patti, con ricadute anche sul territorio.