WASHINGTON D.C. – La notizia principale è quella che abbiamo visto tutti: Donald Trump si appresta a diventare il 47esimo presidente degli Stati Uniti. I primi risultati dell’Election Day hanno sancito un dominio schiacciante del candidato repubblicano rispetto alla vicepresidente Kamala Harris, in modo particolare nei sette Stati in bilico, che anche questa volta hanno giocato un ruolo decisivo. “Sono il 47° presidente, stasera abbiamo fatto la storia”, ha affermato il magnate dal palco di Palm Beach in Florida.
A Washington la notte dell’Election day può essere suddivisa in due parti: la prima dedicata alla manifestazione pro Palestina che si è svolta alla Casa Bianca, la seconda alla delusione dei sostenitori di Kamala Harris che avevano letteralmente riempito lo spazio aperto della Howard University per l’evento organizzato dalla campagna della vicepresidente. Tra il pubblico aumentava il dissenso man mano che nel maxi schermo venivano proiettati i risultati in diretta trasmessi dalla Cnn, in particolare quando è giunta la notizia che il tycoon si era aggiudicato la Pennsylvania.
Mentre gli americani andavano alle urne tutte le sedi istituzionali di Washington sono state letteralmente blindate con delle recinzioni: da Capitol Hill alla Casa Bianca, passando per la Corte Suprema. Lo stesso è avvenuto negli uffici postali, nei negozi e nelle attività commerciali. Il messaggio è stato chiaro: fare in modo che eventi come quelli del 6 gennaio 2021 non si ripetano. Adesso che però Donald Trump si appresta a fare ritorno alla Casa Bianca sarà interessante vedere quali saranno le prime reazioni popolari.
La giornata nella capitale è stata all’insegna della sicurezza. L’unico caso isolato è stato quello di un uomo con una torcia e una pistola lanciarazzi che ha tentato di entrare con la forza nel centro visitatori del Campidoglio. A renderlo noto è stata la Polizia di Capitol Hill che però ha risolto il problema nell’immediato arrestando l’individuo.
Un ruolo rilevante in queste elezioni è stato anche quello delle guerre in Medio Oriente e Ucraina. La scorsa settimana la vicepresidente Kamala Harris ha tenuto un raduno a Washington, nei pressi della Casa Bianca e al termine del comizio diversi manifestanti pro Palestina hanno interamente circondato l’area, ritardando di fatto l’uscita dei sostenitori di Harris. A distanza di una settimana gli stessi manifestanti si sono piazzati davanti alla Casa Bianca nella notte delle elezioni.
Non aver centrato l’obiettivo di un cessate il fuoco a Gaza è stato un aspetto fallimentare che ha avuto una certa influenza alle urne, in particolare per gli elettori arabo americani, che non hanno mai accettato gli aiuti militari forniti a Israele dal governo statunitense.
“Questa è una magnifica vittoria che ci consentirà di rendere l’America di nuovo grande. Questo è un movimento mai visto prima, è il più grande movimento della storia”. Questa è stata una delle principali frasi pronunciate da Trump nel suo discorso al Convention center di Palm Beach. Il magnate sarà il primo presidente degli Stati Uniti con una condanna penale e il più vecchio ad insediarsi alla Casa Bianca all’età di 78 anni.
Ulteriore dato importante di queste elezioni è stato quello del voto anticipato che ha fatto registrare un record senza precedenti grazie all’opzione di poter votare per posta prima dell’Election Day. Nello specifico si tratta di dati resi noti oggi proprio perché la maggior parte degli Stati inizia a contare le schede nel giorno delle elezioni.
Sempre nel corso dell’Election Day è stato pubblicato un ulteriore sondaggio della Cnn secondo cui il 43% degli americani non è soddisfatto di come vanno le cose negli Stati Uniti, il 29% è arrabbiato, il 19% è contento e solamente il 7% è entusiasta. Dati importanti che di fatto hanno anticipato la vittoria di Donald Trump.
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