Politica

Ustica, Amato: “Non aspiravo a rivelare segreti, chi sa parli ora”

“Chi sa parli ora: questo il senso dell’appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo (ma curiosamente mi è stato chiesto anche dalla premier di produrre nuove prove)”. Lo scrive l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, in un intervento su ‘Repubblica’ in cui spiega il motivo dell’intervista rilasciata al quotidiano sabato scorso in cui sul caso di Ustica ha rilanciato la pista di un missile francese.

L’ex premier: “Congetture di sicuro fascino romanzesco”

“Dopo l’uscita dell’intervista su Ustica, una domanda è circolata insistentemente nei giornali, in tv, sui social – prosegue Amato – perché proprio ora? Ma se la domanda è lecita per definizione, sono risultate sorprendenti alcune delle risposte che attribuiscono all’intervistato strategie di ogni genere, dall’urgenza di una nuova verginità politica al desiderio di carriera quirinalizia mai esausta, dalla volontà di guastare i rapporti già fragili con la Francia all’impulso distruttivo verso il governo della destra. Dispiace mettere fine a queste congetture di sicuro fascino romanzesco, ma la verità è molto più banale – sottolinea l’ex presidente del Consiglio – Le interviste nascono — pensate che bizzarria! — perché c’è un giornale che le chiede, un direttore che le sollecita, una giornalista che ci lavora sopra”.

“Racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti”

“Ne è scaturito un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti — come è detto chiaramente nell’articolo — ma ad avvalorare una ricostruzione che è custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di giornalisti bravi come Andrea Purgatori, ma che – conclude Amato – si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse”.