A settembre sono 12 milioni gli italiani che faranno una vacanza: 9,9 milioni in Italia e 2,1 all’estero.
Sono i dati dell’Osservatorio Confturismo-Confcommercio che misura la propensione al viaggio degli Italiani, risultanti dalla rilevazione condotta tra il 25 e il 30 agosto.
Buono anche il livello della spesa media prevista dagli intervistati, pari a 720 euro per persona, che va dai quasi 300 euro per un weekend fino agli oltre 1.280 euro per una vacanza di 7 o più giorni, tutto compreso.
Gli intervistati, nonostante manifestino preoccupazione per il futuro, con una propensione a viaggiare in autunno che scende a 66 punti su scala 0-100, 4 punti in meno del 2021 e addirittura 8 rispetto al 2019, vogliono approfittare della coda dell’estate. Un settembre positivo, a conclusione di una stagione estiva in cui, complessivamente da giugno alla fine del mese in corso, saranno 30 milioni coloro che si sono concessi almeno una vacanza.
Si resta in Italia nell’83% dei casi, prediligendo la Toscana in primis, seguita da Sicilia, Sardegna e Campania.
Una buona notizia per la Sicilia, che fan ben sperare i tanti ristoratori, proprietari di strutture ricettive e tutti gli altri attori del comparto turistico, preoccupati dai rincari delle materie prime e dai rialzi delle bollette di luce e gas.
Per l’estero, le destinazioni restano quelle che hanno dominato per tutta l’estate: Spagna, Francia, Grecia e Croazia.
Per più di 4 italiani su 10, sarà la vacanza principale dell’estate, con una durata media di 5 giorni e destinazione mare nel 33% dei casi, seguita dalla montagna al 18%, mentre città d’arte, grandi città e piccoli borghi, realizzano insieme un ulteriore 30% delle preferenze di destinazione.
La decisione di partire a settembre sembra essere una scelta consapevole, non un ripiego o una costrizione: le due motivazioni maggiormente addotte dal campione sono infatti la voglia di “staccare” per una breve pausa, soprattutto nella fascia di età 34/54 anni, e il piacere vero e proprio di viaggiare in bassa stagione, quando gli altri non lo fanno, che prevale fra gli ultra 55enni.
La vantaggiosità dei prezzi viene presa in considerazione solo dal 14% degli intervistati, mentre la quota di chi dichiara esplicitamente di non essersi potuto permettere una vacanza nei mesi precedenti a causa di costi non accessibili è relegata all’11%.