Sanità

Vaiolo delle scimmie in Italia: ora si valuta il vaccino

Il vaiolo delle scimmie, detto monkeypox, torna a far parlare di sé. La malattia non è affatto nuova e nelle ultime settimane sono stati segnalati casi in Inghilterra, Spagna, Portogallo, Italia e Stati Uniti. Nel nostro Paese sono stati registrati anche alcuni casi in Sicilia.

C’è da dire che nella gran parte dei casi non sembra esserci una “catena di contagio”, per alcuni è evidente la trasmissione diretta per contatto persona-persona. Molti di noi si saranno già chiesti, essendo non una nuova malattia, esiste una cura? O meglio, esiste un vaccino? La risposta è si.

Sono due i vaccini contro il vaiolo che potrebbero essere utilizzati contro il vaiolo delle scimmie, uno è prodotto dalla Emergent BioSolution, un’azienda americana, il secondo dalla dell’europea Bavarian Nordic, con sede in Danimarca.

Come si cura il vaiolo delle scimmie?

Curare il vaiolo delle scimmie è molto importante perché la letalità è pari al 10% degli individui sintomatici. Attualmente non esistono però trattamenti approvati ma il farmaco antivirale tecovirimat (approvato dall’FDA per il trattamento del vaiolo) e i farmaci antivirali cidofovir e brincidofovir hanno dimostrato la loro efficacia in vitro e nei modelli sperimentali. Tuttavia nessuno di questi farmaci è stato studiato o utilizzato in aree endemiche per trattare la malattia.

Il vaccino Imvanex

Si legge in un articolo pubblicato da Open: “Non è altro che un vaccino offerto a “contatti stretti identificati di persone con diagnosi di monkeypox, per ridurre il rischio di infezioni sintomatiche e malattie gravi. Il vaccino anti-vaiolo della Bavarian Nordic – spiega ancora la società scandinava – è approvato negli Stati Uniti e in Canada con i nomi di Jynneos e Imvamune. In tutti e due i Paesi il prodotto è indicato sia per il vaiolo umano sia per quello delle scimmie. Il vaccino è approvato anche in Europa come Imvanex e l’indicazione è per il solo vaiolo umano”.

Il vaccino ACAM200

Come si legge in un articolo pubblicato sul sito Cento controllo malattie infettive Usa: “Approvato dalla FDA negli Stati Uniti ma non dall’EMA in Europa, l’ACAM200 è un vaccino contro il vaiolo umano di seconda generazione – efficace anche contro il vaiolo delle scimmie – sviluppato dalla multinazionale farmaceutica francese Sanofi Pasteur Biologics Co.

“Il virus che cresce nel sito di questa lesione da inoculo può essere diffuso ad altre parti del corpo o anche ad altre persone. Gli individui che ricevono la vaccinazione con ACAM2000 devono prendere precauzioni per prevenire la diffusione del virus vaccinale”, specificano i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) degli Stati Uniti in un comunicato.

Tra gli effetti collaterali comuni si segnalano “febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi ingrossati, malessere generalizzato, affaticamento e seria eruzione cutanea”, ma sono possibili anche reazioni avverse severe, sebbene siano rare. L’efficacia contro il vaiolo delle scimmie è considerata simile a quella dell’Imvanex. In uno studio condotto su centinaia di pazienti la concentrazione di anticorpi neutralizzanti è tuttavia risultata superiore in quelli trattati con l’Imvanex.

Partite le somministrazioni nel Regno Unito

Iniettati oltre 1.000 vaccini a contatti a rischio

L’agenzia per la sicurezza sanitaria (Ukhsa) ha già acquistato oltre 20 mila dosi di un vaccino sicuro contro il vaiolo. Si tratta dell’Imvanex della danese Bavarian Nordic, in risposta alla rapida risposta all’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie.

La situazione in Italia

La circolare del Ministero della Salute: “Possibile quarantena in alcuni casi”

Per contrastare il contagio da vaiolo delle scimmie (Mpx), si potrà valutare anche la possibilità di vaccinare i contatti a più alto rischio – a partire dagli operatori sanitari – e di far scattare la quarantena in determinate circostanze. L’indicazione arriva dalla nuova circolare di aggiornamento sull’infezione emanata dal ministero della Salute, mentre salgono a sei i contagi confermati in Italia e presi in carico dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma.