La variante Omicron potrebbe essere più contagiosa ma meno grave. Serviranno, però, ancora alcune settimane per un pronunciamento definitivo. I ricercatori del Medical Research Council del Sudafrica hanno pubblicato una prima parziale sintesi rilevando “l’assenza di un aumento significativo dei decessi ospedalieri in relazione al drammatico aumento del tasso di casi per la provincia di Gauteng nel suo insieme“. Ciò potrebbe essere dovuto – avvertono però – “al consueto ritardo tra casi e decessi. La tendenza diventerà più chiara nelle prossime settimane”.
“L’elevata percentuale di pazienti adulti COVID – si legge nella ricerca puibblicata i primi di dicembre – e l’aumento del numero di ricoveri positivi per SARS-CoV-2 tra i bambini di età compresa tra 0 e 9 anni possono riflettere tassi più elevati di trasmissione rispetto alle precedenti varianti che non si traducono in tassi di ospedalizzazioni più elevati per un diagnosi primaria di COVID-19. È necessario più tempo – si legge ancora – per rispondere in modo esauriente alle domande sulla gravità del COVID-19 causato dalla nuova variante Omicron”.
L’epidemia e’ ancora in espansione, cresce l’incidenza che raggiunge 173 casi per 100 mila abitanti mentre le terapie intensive e i reparti continuano a riempirsi anche se con tassi lenti. E Omicron, la variante che preoccupa, al momento vede solo 13 casi in Italia.
Il quadro aggiornato è arrivato dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante un’audizione in Commissione Affari Costituzionali del Senato sull’andamento dell’epidemia Covid-19.
Un bilancio che si appesantisce con un altro caso individuato in Veneto e uno in Piemonte, portando a 13 i casi italiani. Sono stati registrati soprattutto in Campania, dove si è formato un cluster di 7 persone, uno in Calabria, uno in Sardegna, 2 in Veneto e uno nella Pa di Bolzano. “Riguardano casi di persone che avevano transitato in Sud Africa o loro contatti stretti”, ha precisato il presidente dell’Iss.
Il secondo caso di variante Omicron , annunciato dal presidente della Regione Luca Zaia, riguarda una donna di 77 anni, residente a Padova che è stata sottoposta a terapia monoclonale.
La prima variante era stata sequenziata il 3 dicembre scorso in un 40enne vicentino, tornato dal Sudafrica. La moglie e uno dei figli invece, erano stati contagiati dalla variante Delta, contratti probabilmente in altre occasioni. Un altro sequenziamento è in corso sulla figlia più piccola della coppia. Tutti sono in buone condizioni di salute.