CATANIA – Il Consiglio comunale torna a occuparsi di decentramento. Lo fa con il capogruppo di Grande Catania e presidente della commissione al ramo, Sebi Anastasi, da tempo attivo per far sì che quanto previsto a livello legislativo diventi reale. Un lavoro di gruppo che ha dato vita al nuovo regolamento sul Decentramento che, dopo alcuni perfezionamenti, dovrebbe andare al voto in aula.
“Con la commissione abbiamo trovato la sintesi – afferma Anastasi – non solo dal punto di vista istituzionale, ma da quello politico. Abbiamo dato un’impronta precisa per realizzate un vero decentramento nelle municipalità – aggiunge – e, per farlo, abbiamo ascoltato tutti i presidenti e anche i rappresentanti dei consigli circoscrizionali. Non solo – prosegue Anastasi: il lavoro è stato concertato anche con l’assessore al decentramento, Alessandro Porto, e con il direttore”.
Il nuovo regolamento, prima del voto, dovrà passare dagli organi tecnici che dovranno armonizzarlo con i dettami normativi; solo una volta completato sarà sottoposto ai consiglieri comunali perché sia adottato. Prevede, in sostanza, alcune modifiche sostanziali: da un lato l’attribuzione reale delle competenze, ad esempio in materia di viabilità, di piccole manutenzioni, di scuole, ecc. E dall’altro, l’utilizzo del personale interno che attualmente sembra sottoutilizzato.
“Abbiamo modificato il regolamento per mettere un punto sul dibattito relativo all’attribuzione delle deleghe alle municipalità – continua il consigliere di maggioranza. Abbiamo voluto chiarire che le circoscrizioni devono avere delle competenze specifiche, come recita la legge regionale: manutenzione, scuole, viabilità. Non funzioni delegate – precisa – ma vere e proprie competenze. Questo non vuol dire aumentare personale e i fondi da destinare: si tratta di un’ottimizzazione e ridistribuzione di risorse e personale già esistenti per fare dei quartieri dei veri e propri centri di servizi alla cittadinanza”.
Anastasi parla di “piccole competenze, e graduali”. “Abbiamo infatti richiamato la possibilità di preparare questo terreno – sottolinea: mancano funzionari di fascia C e D, ma ci sono parecchi dipendenti di fascia A, ovvero personale non qualificato”. Alcuni servizi come la manutenzione delle aree a verde, la realizzazione di strisce pedonali, la sostituzione delle lampadine, ecc, potrebbero essere svolti dalle municipalità. “Abbiamo immaginato anche che il personale possa, quotidianamente, raccogliere le segnalazioni – aggiunge Anastasi – e riportare ogni cosa all’amministrazione, alle direzioni competenti”.
Un modo per consentire al Palazzo di monitorare il territorio e agire dove occorre, secondo una scala di priorità che chi vive i luoghi può immaginare. “Questo per dare non solo competenze, ma anche responsabilità agli amministratori di quartiere – tuona Anastasi – eletti esattamente come i consiglieri comunali. Per questo – conclude – oltre al regolamento, abbiamo modificato qualche dettaglio, come ad esempio, l’obbligo regolamentare di fornire assistenza ai consiglieri quando chiamati a dare parere agli atti del Consiglio comunale”.