CATANIA – Il direttore generale di Volkswagen Andrea Alessi e il vice direttore generale della Banca Centrale Europea Paolo Corradino sono stati ospiti del dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania per inaugurare l’avvio delle attività didattiche del secondo semestre del corso di laurea in Economia aziendale.
Volkswagen e Bce hanno accettato nei mesi scorsi l’invito ad entrare fra gli stakeholders del dipartimento e collaboreranno attivamente alle attività di orientamento e alle iniziative seminariali.
Platea gremita per i due top manager, sia per l’appuntamento del 6 marzo organizzato ad avvio delle lezioni delle due ‘classi’ di “Principi di Management” (promosse dagli ordinari di Economia e Gestione delle Imprese Rosario Faraci ed Elita Schillaci), che per la conferenza del 7 marzo, a cui hanno preso parte insieme a Paolo Corradino anche il professore Sebastiano Mazù, docente Associato di Economia degli Intermediari Finanziari Unict e il direttore di Bankitalia a Catania Gennaro Gigante.
Alla conferenza del vice direttore generale della Bce spazio ai temi di vigilanza e i nuovi ruoli del sistema bancario. Le conseguenze del fallimento di Lehman Brothers hanno mostrato nuove vulnerabilità del sistema bancario mondiale, anche di fronte a crisi ritenute nel 2008 meno impattanti lontano dagli Usa, richiedendo nuovi interventi di salvaguardia. “Credevamo che quelle ondate d’urto sarebbero arrivate in maniera ridotta, in realtà arrivarono in maniera devastante dopo qualche anno – ha spiegato Corradino a Catania -. Alcuni paesi particolarmente fragili sono stati travolti. La Spagna ad esempio, che viveva un periodo di crescita grazie alle speculazioni nel settore immobiliare, entrò in crisi. Bankia registrò perdite di svariati miliardi di euro in un solo giorno. Si capì da quel momento che il dissesto di una banca poteva incidere sulla solvibilità del debito sovrano, e quindi sulla stabilità finanziaria di interi stati”.
La nascita del sistema di vigilanza europeo si fonda su un principio di condivisione delle analisi, delle soluzioni con i principali istituti di credito degli stati membri. “Quando è stato chiesto alla Banca Centrale Europea un’azione di supervisione, i sistemi bancari degli stati europei iniziarono degli studi di fattibilità. Aderirono inizialmente 120 banche che insieme costituivano una forza economica da ventitremila miliardi di euro. Capiamo da questo che l’Europa ha una potenza di fuoco finanziario assolutamente paragonabile agli Stati Uniti. Oggi il team di supervisione è composto dalle autorità dei paesi in cui la Bce ha sede o è presente, dai team di banche forti a livello europeo (come Bnp che in Italia controlla Bnl) e in aggiunta colleghi americani o asiatici”.
Senza un’autorità centrale di vigilanza ogni stato ha agito seguendo una strategia individuale di intervento di fronte alla sofferenza bancaria. In Inghilterra, ha spiegato il vice presidente Corradino, l’approccio “soft touch” portava gli istituti ad intervenire solo a crisi sopraggiunta. “In casi come questo la supervisione diventava come una ‘clinica di emergenza’. Quando abbiamo iniziato in Europa c’erano mille miliardi di euro di crediti in sofferenza, causati da pratiche nazionali non propriamente corrette. In Grecia o a Cipro la sofferenza interessava il 50 per cento dei crediti. Dimentichiamo che le banche sono imprese non enti pubblici. Oggi il sistema è più solido di dieci anni fa, le banche sono più capitalizzate, ma il tema dell’incertezza resta rilevante”.
L’instabilità è infatti generata dal nuovo panorama geopolitico, di nuovo incerto dopo l’invasione russa dell’Ucraina. “I prezzi sono esplosi, grazie alle misure adottate alcune delle preoccupazioni si sono ridotte, ma il tema dell’incertezza resta rilevante perché può innescare fenomeni recessivi non qualificabili nelle conseguenze. Se l’aumento dei tassi è un beneficio per i conti bancari, una crescita eccessiva può produrre effetti negativi sulla solvibilità della controparte. L’approccio che osserverà la Banca Centrale Europea sarà ancora bottom up, di confronto partendo dalle informazioni fornite dalle autorità nazionali”.