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Timbrò il cartellino per anni in mutande e fu licenziato: vigile ottiene reintegro e maxi risarcimento

Alberto Muraglia, ex vigile di Sanremo, era stato immortalato dalle videocamere della Guardia di Finanza mentre timbrava il cartellino in mutande, venendo licenziato con l’accusa di truffa e indebita timbratura.

Ora non solo dovrà essere reintegrato dal Comune, ma otterrà, a titolo di risarcimento del danno, la retribuzione globale dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra, dedotto quanto percepito per lo svolgimento di altre attività lavorative: si parla, all’incirca, di ben 250 mila euro.

E’ quanto stabilito dalla sezione lavoro della Corte d’Appello di Genova.

Il vigile: “E’ la fine di un incubo”

E’ la fine di un incubo“, sono state le parole di Muraglia a “Repubblica”: “Sono stati anni di grande sofferenza, in cui mi hanno sbattuto come un mostro sulle prime pagine di tutto il mondo in mutande, senza che io avessi fatto nulla. Sono otto anni che soffro senza aver fatto nulla di male”.

Ora il futuro del vigile è nelle sue stesse mani: è libero di scegliere se rientrare effettivamente al lavoro. Se rinuncerà al posto di lavoro, oltre agli indennizzi, dovrà accordarsi anche per una buonuscita.