Messina

Vincenzo Tomei: “Qui ci sono grandi potenzialità ma il territorio è in parte abbandonato”

MESSINA – “Esperienza bella, esaltante, stimolante anche se impegnativa, in un territorio con tante potenzialità ma per certi aspetti abbandonato”. Così l’ormai ex comandante provinciale della Guardia di Finanza Vincenzo Tomei sintetizza i due anni di permanenza a Messina. Adesso il nuovo incarico di responsabilità a Genova, mentre a Messina è arrivato il neo comandante provinciale Gerardo Mastrodomenico.

Tomei parla di una città complessa con quartieri periferici dove persistono problemi di degrado sociale, terreno fertile per la criminalità. Il vasto territorio provinciale registra criticità diverse: se la parte ionica subisce l’influenza dei gruppi criminali catanesi, con il controllo delle attività economiche legate al turismo, il versante tirrenico deve fare ancora i conti con le famiglie mafiose storiche dei Nebrodi, arginate dalle attività congiunte delle Forze dell’ordine e dal Protocollo di legalità firmato in Prefettura a Messina nel 2016 e divenuto poi modello nazionale.

“Le organizzazioni – spiega Tomei – si adeguano agli strumenti di contrasto aggirandoli, utilizzando prestanome per non farsi individuare. Fondamentale quindi è la cooperazione, la sinergia fra tutte le forze in campo per lavorare in modo coeso, chirurgico, Autorità giudiziaria, prefettizia e forze dell’ordine. C’è qui un prefetto che è persona illuminata, un procuratore vicino alle Forze dell’ordine, persona pragmatica, esperta che secondo me è un valore aggiunto di questa provincia, senza nulla togliere agli altri”.

Il Comando provinciale messinese della Guardia di Finanza è strutturato con nove reparti operativi, otto territoriali più il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria. Mette in campo circa 540 persone sul territorio dei 108 comuni a cui si devono aggiungere le due Sezioni operative navali con altre 300 unità che partecipano al controllo coordinato in mare.

Per il generale Tomei la più grave criticità a Messina è legata al sistema illegale dentro il quale finiscono i finanziamenti provenienti dai fondi europei, nazionali o regionali. Risorse che si disperdono, diventando simbolo di uno sviluppo mancato. “Sono erogati con nobili finalità – dice Tomei – per incentivare le attività imprenditoriali, migliorare le infrastrutture e i servizi. Spesso però questi finanziamenti prendono altre vie, specie quelli a sostegno del settore dell’allevamento e dell’agricoltura, con raggiri, falsificazione di atti, collusioni con funzionari pubblici che inquinano il sistema economico del territorio attraverso un meccanismo di concorrenza sleale che impedisce lo sviluppo e la creazione di lavoro, quello tutelato e non quello malpagato e illegale che emerge dai nostri controlli”.

“Per esempio – aggiunge – ci sono molti allevamenti di capre ma non ho mai mangiato un caprino. Vuol dire che l’attività non viene sviluppata: si tiene la capra fine a sé stessa, così come altri animali. Si consideri poi che in questi settori si annidano personaggi con precedenti pesanti, consorterie criminali e altro ancora. C’è questo connubio tra spesa pubblica, criminalità mafiosa e qualche funzionario pubblico che anziché esercitare la funzione di controllo e promozione si presta a questi giochi dietro compenso”.

“Le normative e gli strumenti di controllo – conclude – ci sono, manca la volontà di utilizzarli. C’è poca collaborazione, una sorta di omertà da una parte e una partecipazione attiva dall’altra di alcuni funzionari di Enti pubblici che tutelano altri interessi e non quelli della collettività”.

Significativi i risultati raggiunti in questo biennio nella lotta alla criminalità organizzata, la corruzione, l’evasione fiscale e gli sprechi di risorse pubbliche. Sono stati proposti per il recupero a tassazione oltre 235 milioni di euro di base imponibile, scoperti 160 evasori totali, 862 lavoratori in nero e irregolari, denunciate 593 persone per indebita percezione di finanziamenti europei, nazionali e di natura previdenziale per 20 milioni e 800 mila euro, sono stati condotti accertamenti patrimoniali nei confronti di 301 soggetti con proposte di sequestro per oltre 52 milioni di euro.