“Questo non è amore, uniti contro la violenza di genere”: è questo il nome della brochure 2023 con i dati su femminicidi, stalking e – più in generale – violenza sulle donne in Italia. Dati agghiaccianti, con ben 85 donne vittime di violenza ogni giorno (e il dato è sottostimato) e 59 donne uccise solo nel primo semestre dell’anno in corso.
Numeri praticamente raddoppiati nella fase finale dell’anno, se consideriamo che il Viminale parla – nel report aggiornato al 19 novembre novembre 2023 – di 106 vittime donne su 295 omicidi consumati negli ultimi mesi (dati che includono anche il terribile caso di Giulia Cecchettin, uno dei più recenti). Di tutte loro conosciamo nomi, cognomi, foto, background, presunti killer, come e perché sono morte. Ma non sappiamo ancora come contrastare l’orrore della violenza di genere.
Per diffondere dati, ma soprattutto consapevolezza e incitamenti all’azione nasce la campagna “Questo non è amore” della Polizia di Stato: “Non basta indignarsi alla violenza, ma è necessario lavorare concretamente tutti insieme contro ogni forma di omertà e rassegnazione”, afferma Il capo della Polizia Vittorio Pisani durante la presentazione dell’opuscolo, che verrà distribuito in occasione delle iniziative previste il prossimo 25 novembre per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La violenza sulle donne, nel 2023, è purtroppo parte della quotidianità. Ben 85 donne ne sono vittima ogni giorno: il numero di vittime di sesso femminile è 4 volte quello maschile. Il dato peggiore? Nel 55% dei casi il “mostro” è accanto alla vittima, è qualcuno con cui la donna vive e di cui dovrebbe fidarsi. Qualcuno che dice di amarla, ma in realtà la manipola e la maltratta.
Nel 39% dei casi l’autore della violenza è il compagno o il coniuge, nel 30% l’ex. Nel 6% dei casi denunciati nel primo semestre del 2023 alla Polizia di Stato all’origine dell’orrore c’è perfino un genitore. “Solo” nel restante 25% dei casi, invece, la vittima è qualcuno di esterno al circolo di persone più vicine alla vittima.
Passando ai femminicidi, il 52% dei casi vede come carnefice il marito o il convivente della vittima. “In più della metà dei casi, l’autore di femminicidio ha le chiavi di casa”, si legge nell’opuscolo della Polizia di Stato. I “mostri” sono persone apparentemente come altre, frutto di una cultura del possesso di matrice patriarcale che purtroppo spesso si manifesta nelle maniere più violente e cruente.
“Alla base dei femminicidi ci sono, nella maggior parte dei casi, motivi legati a un’idea malata di possesso, mancanza di accettazione di una separazione o di una nuova storia d’amore dell’ex partner, con una gelosia incontrollata anche successivamente al divorzio”, è la considerazione dei rappresentanti della Polizia di Stato.
La violenza sulle donne non ha un unico volto. Può avere manifestazioni diverse e può anche non essere fisica, ma non per questo meno dolorosa. Quattro le tipologie principali di violenza, che a volte possono anche essere combinate e co-presenti in un singolo episodio:
In casi di violenza sulle donne è importante agire immediatamente. Ecco i numeri utili forniti dalla Polizia di Stato per le segnalazioni:
In più, è possibile recarsi a un Ufficio di Polizia per esporre i casi di violenza subìti o testimoniati (anche senza avvocato) ed effettuare segnalazioni attraverso l’App YouPol della Polizia di Stato.
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