Visita ispettiva da parte della Autorità Anticorruzione (Anac) sulla Città metropolitana di Catania, per verificare le capacità di programmazione e predisposizione di procedure di aggiudicazione centralizzate, in relazione alle esigenze e ai fabbisogni degli enti territoriali.
Il procedimento ispettivo, per conto di Anac, è stato portato avanti dalla Guardia di Finanza. Ecco l’esito dell’operazione.
Alla luce degli approfondimenti svolti, della documentazione acquisita e del confronto con le strutture competenti dell’ente, scrive Anac nella delibera N.438/2024, approvata dal Consiglio dell’Autorità, “ad oggi, pur essendo iscritta nell’elenco dei soggetti aggregatori dal 2015, la Città metropolitana non ha ancora definito un sistema strutturato per l’acquisizione delle esigenze degli enti della Regione, che consenta di effettuare acquisti per le categorie merceologiche” per le quali è prescritto l’intervento dei soggetti aggregatori (fatta eccezione per quelle in ambito sanitario).
Inoltre, “sebbene siano pervenute diverse richieste di supporto da parte di enti non dotati di strumenti informatici e sprovvisti della necessaria qualificazione, la Città metropolitana di Catania non svolge ancora la funzione di centrale di committenza, intesa come supporto nell’espletamento delle gare, su delega dell’ente istante”.
Nel documento seguito alla visita ispettiva per la Città Metropolitana di Catania, l’Anac ricorda che con il nuovo Codice degli appalti e, in particolare, con il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, i soggetti aggregatori sono iscritti di diritto nell’elenco delle stazioni qualificate. Ma resta fermo che il presupposto di questa qualificazione automatica è “che vengano mantenuti i requisiti richiesti per l’iscrizione nell’elenco dei soggetti aggregatori, tra i quali anche quello di svolgere attività di centrale di committenza, con carattere di stabilità e mediante un’organizzazione dedicata”.
La Delibera – in cui si chiede alla Città metropolitana di Catania di comunicare all’Anac le eventuali determinazioni assunte per accelerare il processo di riorganizzazione necessario – evidenzia quindi che nelle procedure di gara finalizzate alla stipula di convenzioni occorre una considerazione attenta del fabbisogno, tramite una “effettiva valutazione preventiva delle esigenze degli enti potenzialmente coinvolti”, considerando i “concreti obiettivi di razionalizzazione della spesa” che intende perseguire la normativa sull’aggregazione degli acquisti di beni e di servizi.
Il concetto sottolineato da Anac è che, per svolgere adeguatamente la funzionalità di soggetto aggregatore e di centrale unica di committenza in modo stabile e con una struttura all’altezza, una Città metropolitana come Catania deve adottare tutte le misure necessarie per disporre di risorse adeguate e di un’organizzazione efficace di risorse umane e strumentali. Questo anche ai fini della qualificazione.
L’ente, in concreto, per l’Anac “deve attrezzarsi per svolgere forme efficienti di programmazione degli acquisiti e di raccolta delle esigenze relative alle categorie merceologiche, tarando in maniera ottimale il fabbisogno anche nella fase preliminare di progettazione di future gare aggregate”.