PALERMO – C’è chi avvierà percorsi di formazione per giovani che lavoreranno come organizzatori di eventi e chi realizzerà in un bene confiscato un centro di servizi socio-educativi e assistenziali per giovani, neet (ragazzi e giovani tra 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione, né sono inseriti in un percorso di istruzione o formazione) e anziani; chi offrirà a persone sottoposte a misure alternative al carcere la possibilità di frequentare laboratori professionalizzanti.
E poi c’è chi si occuperà di ripartire dai beni comuni (riqualificando piazze o realizzando parchi giochi con materiali di riciclo, itinerari e proposte turistiche dedicate anche ai disabili), ma anche di offrire servizi come un taxi sociale per chi non è autosufficiente ma deve spostarsi per svolgere le attività quotidiane o come la distribuzione di beni di prima necessità.
Sono solo alcune delle 19 iniziative che saranno finanziate dalla Fondazione con il Sud attraverso il Bando Volontariato, promosso con l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle “reti locali” di volontariato per contrastare fenomeni di esclusione sociale nelle aree interne del Sud Italia, ovvero nei comuni che, a causa della distanza dai servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità), hanno subìto un graduale processo di isolamento, riduzione demografica e calo dell’occupazione.
I progetti, che saranno finanziati complessivamente con oltre 3,3 milioni di euro (una media di 175 mila euro a iniziativa), coinvolgeranno 107 comuni delle aree interne in tutte le regioni del Sud: 7 iniziative saranno avviate in Sicilia (province di Catania, Trapani, Messina, Caltanissetta, Agrigento, Palermo), 4 in Calabria (province di Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone), 3 in Puglia (province di Taranto, Bari e Lecce), 3 in Campania (province di Avellino e Salerno), 1 in Basilicata (provincia di Potenza) e Sardegna (provincia del Sud Sardegna).
I progetti coinvolgono nelle partnership oltre 200 organizzazioni (tra associazioni, fondazioni, università, scuole, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, società profit, enti pubblici) e prevedono di “attivare” 2.600 nuovi volontari, rivolgendosi a 25.000 persone: soprattutto minori, ma anche anziani, disabili, immigrati, detenuti, e giovani neet.
Se circa il 50% dei comuni italiani è definito ‘area interna’ (4.185 comuni su un totale di 8.092), questa percentuale raggiunge il 70% nel Mezzogiorno (1.472 comuni su 2.116), con la Basilicata al primo posto (96%), seguita da Sardegna (84,4%), Calabria (79%) e Sicilia (74%). Tassi più bassi, e più in linea con la media nazionale, si registrano in Puglia (54%) e Campania (49%).
“Grazie all’impegno costante del volontariato, tanti borghi del nostro Sud che rischiano di spopolarsi e ‘scomparire’ possono avere a disposizione nuovi servizi essenziali, o vedere rafforzati quelli esistenti – ha dichiarato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con Il Sud -. Sono realtà spesso molto piccole, dove sempre di più i giovani ma anche gli anziani non hanno a disposizione i servizi basilari per potersi istruire, potersi spostare, poter crescere, potersi curare o semplicemente poter “vivere” la propria comunità. La scuola, i mezzi di trasporto, i servizi sanitari, la possibilità di usufruire dei beni comuni sono diritti: è indispensabile superare il meccanismo distorto per cui si trasformano in privilegio di pochi. In questo cambiamento tante organizzazioni e tanti volontari hanno un ruolo importantissimo che, soprattutto in alcuni contesti, è davvero fondamentale”.