Coronavirus e povertà, le Acli, potenziare il reddito di cittadinanza - QdS

Coronavirus e povertà, le Acli, potenziare il reddito di cittadinanza

redazione web

Coronavirus e povertà, le Acli, potenziare il reddito di cittadinanza

sabato 17 Ottobre 2020

Lo chiede il presidente Rossini, dopo che il rapporto povertà della Caritas ha certificato come in Italia i "nuovi poveri" siano saliti dal 31 al 45 per cento della popolazione. Utilizzare il Mes. Colpiti commercianti e autonomi

“Impennata dei nuovi poveri da maggio a settembre secondo Caritas, ed è in arrivo la seconda ondata dell’emergenza coronavirus. È necessario modificare e potenziare il Reddito di cittadinanza”.

Lo ha detto il presidente nazionale delle Acli e Portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà, Roberto Rossini, in occasione della Giornata Internazionale per la lotta alla povertà.

“Le modifiche al Rdc – ha aggiunto Rossini – dovrebbero andare in due direzioni: l’allargamento della platea da sostenere economicamente e il consolidamento dei servizi territoriali che si devono far carico delle persone e delle famiglie in condizioni di povertà assoluta”.

“Rimane il fatto – ha concluso – che per evitare un inasprimento delle nuove povertà vanno prorogati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori decidendosi di utilizzare il Mes”.

Caritas, nuovi poveri al 45%

Secondo il Rapporto Povertà di Caritas, infatti, nel periodo da maggio a settembre del 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, l’incidenza dei “nuovi poveri” per effetto dell’emergenza coronavirus è passata dal 31% al 45%.

“Quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas – si sottolinea nel Rapporto – lo fa per la prima volta”.

Penalizzate le famiglie con molti figli

Aumenta in particolare il peso sulle famiglie con molti figli e in particolare con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa.

Aiutati duemila commercianti e autonomi

Tra le persone che chiedono aiuto alla Caritas si sono affacciati quest’anno, piagato dall’emergenza sanitaria, anche “tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi: rispetto a questo fronte le Caritas diocesane hanno erogato sostegni economici specifici, in ben 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.).

Complessivamente sono stati 2.073 i piccoli commercianti e lavoratori autonomi accompagnati in questo tempo”.

In tre mesi aiutate quattrocentocinquantamila persone

Tra aprile e giugno le Caritas diocesane hanno assisito quattrocentocinquantamila la persone, registrando “un forte incremento” rispetto all’anno precedente.

Tra i beneficiari circa il trenta è rappresentato dai cosiddetti “nuovi poveri”, che per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e di deprivazione economica tali da dover chiedere aiuto.

Tra gli assistiti nel periodo marzo-maggio prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari o intermittenti che, al momento della presa in carico, non godevano di ammortizzatori sociali.

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