Equilibrismo di Bilancio - QdS

Equilibrismo di Bilancio

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domenica 05 Dicembre 2021

Cosa succederà alle casse della Regione per il prossimo anno? Chi riuscirà a ottenere un ristoro, una speranza, o magari solo una garanzia di mantenimento dello status quo?

Tra qualche giorno è l’Immacolata Concezione ma all’Assemblea Regionale Siciliana di concepire una legge di Bilancio non c’è nemmeno il sentore. La cosiddetta Finanziaria è l’unico momento di vero lavoro di un Parlamento in preda ad un’astenia legislativa. È l’ultimo treno per Yuma di tanti deputati che devono rendere conto al proprio territorio del perché di un’esistenza in vita politica.

Quest’anno
tra l’altro è anno elettorale, per cui chi non riesce a portare a casa una
norma, un emendamento, un’apposizione normativa, rischia di non vedere più quel
Palazzo Reale che tanti strega e riduce in imbelle statuine.

Cosa
succederà alle casse della Regione per il prossimo anno? Chi riuscirà a
ottenere un ristoro, una speranza, o magari solo una garanzia di mantenimento
dello status quo?

Si
attende con scetticismo il noto trapezista sul filo, l’assessore Armao, carico
di faldoni e appunti, norme e codicilli per fingere un simulacro di Legge di
Bilancio.

La
commissione verrà convocata prima di Natale con un testo in cui i numeri
saranno impietosi. Di fatto non solo non c’è un euro in più, ma non ci sono le
condizioni per chiudere l’anno seguente i conti regionali. Ci saranno sedute in
cui qualcuno dirà “Io l’avevo detto”, altri diranno “Onorevoli colleghi siamo
tutti nella stessa barca”, altri cercheranno di scrivere dei testi in cui ci
sono dei numeri da giocare al lotto cercando di illudere categorie di elettori.

La
dura verità è una sola. Dopo due anni di crisi economica la Sicilia è in
ginocchio. La Sicilia campa di entrate proprie derivanti dalla tassazione, non
di trasferimenti dello Stato. E le Entrate sono inevitabilmente crollate. Non
ci sono stati eserciti di ricchi contribuenti che sono accorsi all’erario a
pagare munifiche imposte. E pertanto il buco di bilancio è certo.

La
Sicilia non essendo uno Stato non può spendere in deficit emettendo titoli. Al
di là del fatto che difficilmente qualcuno si comprerebbe siffatte obbligazioni
incerte quanto i soldi del Monopoli.

Pertanto
la soluzione, dopo che Armao farà la farsa di una finta e vacante legge finanziaria,
sarà come al solito un esercizio provvisorio da approvare all’ultimo minuto
utile dell’anno. Ci attendono due settimane di prese per i fondelli con
articoli roboanti e smentite disarmanti. E poi il solito Esercizio in
dodicesimi con tante poste congelate, per carenza di contropartita, fino ad
ottobre. Poi il diluvio elettorale verificherà chi dovrà pagare il conto di
promesse non mantenute.

Nel
frattempo i viaggi della Speranza a Roma del governo, che pur essendo in una
situazione di dissesto economico non chiede con il cappello in mano e con presa
di coscienza, ma gioca a tre carte ed un punto con il Franco ministro.

La
verità è che da tempo la Sicilia non ha alcun peso politico sui tavoli romani,
non ha interlocuzioni con alcuno, non conosce nemmeno gli indirizzi ed i numeri
di telefono utili per risolvere i suoi problemi.

Che
non sono quelli di una ripresa e resilienza, ma di un tirare a campare di
rendite di posizione ormai defunte nella Storia.

Ma
questa è una storia che non vi racconteranno, ognuno dei deputati di quel
Palazzo che fu Reale avrà una sua personale verità fatta di vittimismi e
rivalse.

Così
è se vi pare.

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