Ovviamente in atmosfera populista ove uno vale uno, difficile capire chi siano i leader
Imprecisato ad oggi – per le verifiche delle Corti d’Appello – il numero dei pretendenti ai vari collegi proporzionali (367) mentre certi quanti concorreranno negli uninominali (221). Certissimo che sarà un esercito di prodi senza guide se non quelle che (quasi guide turistiche) mostrano all’inclito corpo elettorale le meraviglie che ciascuno pensa realizzare con l’anticipo delle elezioni politiche al 25 settembre, da alcuni chiamate “giudizio universale”, dato che votando da 18 anni in su, per ambo le Camere, dopo di esse nulla sarà come prima.
Nella liturgia elettorale v’è che nelle ultime due settimane antecedenti al voto non si possano pubblicare sondaggi onde il popolo, già schifato per fatti propri, perde l’unica possibilità di sapere “che si dice in giro” e tutti i mass media, dalla carta stampata alle diavolerie mediatiche, debbono tacere pena condanne e multe che manco per un tentato omicidio vengono inflitte. Sabato antecedente la Domenica elettorale silenzio assoluto: neanche un fruscio “di batter d’ala del pensiero” si che ciascuno possa, solo con la propria coscienza politica, dialogare, decidere chi votare e se e come, non influenzato da chi cerca indurre, sedurre, sviare. Una sorta di Venerdì santo laico per dimostrare al mondo la serietà delle nostre norme e leggi talmente uniche che nessuno le emula.
Indicato il giorno di convocazione (13 ottobre) dei 400 Deputati e 200 Senatori neo eletti che, poveracci, si sentiranno sperduti nei due immensi ed eleganti emicicli di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama ove si calcola, se non hanno già provveduto, di avere tanti funzionari ben vestiti che appariranno i veri inquilini e gli eletti loro “servant”, nello spirito della eliminazione delle funzioni, retaggio di tempi cavour-fascisti di sperduta memoria. Non esiste norma che stabilisca termini entro i quali si ha da avere un Governo e si rischiano date quali: 28 Ottobre marcia su Roma, 11 Novembre vino novello, 24 Dicembre Vigilia di Natale. O, ad anno nuovo così che il buon Draghi metta tutto a posto ed i nuovi eletti possano, comme d’habitude, trascorrere i prossimi 5 anni a litigare: sereni.
Ovviamente in atmosfera populista ove uno vale uno, difficile capire chi siano i leader. Primo perché di fatto non ve ne sono: se non alcuni elevatesi per autodecisione; secondo perché non avendo nessun distintivo, collare o segno di riconoscimento, con la intercambiabilità che regna sovrana,cambi di casacche e similari, riconoscerli sarà problema grande che – detto francamente – non interessa più di tanto al popolo che, se va bene, andrà ahimè a votare in percentuali da Pil.
Un fatto è certo: pur avendo ragione Churchill di non aver trovato modo migliore per governare un Paese che non fosse la democrazia rappresentativa, non si può non notare che lo statista (grande!) alludeva a Paesi seri: l’aveva dato per scontato.
E lì casca l’asino.