Da quando ti sei insediato qual è la situazione che hai trovato? Avrai conosciuto diverse realtà di giovani imprenditori, come siamo messi?
“Anzitutto ci sono tanti giovani siciliani che stanno cercando di diversificare le attività tradizionali della famiglia, cercando nuovi sbocchi, nuovi mercati, avviando attività innovative o reinterpretando quelle esistenti. Io sono un imprenditore di prima generazione, ma mi rendo conto che anche chi è di seconda, di terza o di quarta si trova nella sfida di dover fare una nuova start up del business esistente. Questi giovani sono assolutamente in prima linea. Un tratto comune è quello di aver studiato fuori e poi essere ritornati per gestire l’impresa familiare. Vedo volontà, determinazione e impegno nonostante tutto”.
“Catania è una delle città più vivaci d’Italia per quanto riguarda l’avvio di nuove realtà imprenditoriali. La sfida che abbiamo intrapreso per supportare i giovani è quella dello sportello ‘Imprendi Catania’, che adesso si è esteso a tutti Comuni capoluoghi dell’Isola ed è diventato ‘Imprendi Sicilia’. Questa scommessa è voluta essere la risposta concreta all’informazione che già facciamo presso scuole e Università. L’idea è quella di dare la possibilità ai giovani di ricevere supporto e contatti. Nel nostro sportello i ragazzi possono relazionarsi direttamente con un funzionario di Confindustria e un giovane imprenditore. Così da un lato trovano la competenza tecnica in risposta alle informazioni che chiedono e dall’altra posso confrontarsi con un imprenditore che ha la ‘malizia’ per dare un parere spassionato sulle reali possibilità del business. Cerchiamo soprattutto di offrire ai giovani la soluzione ai quattro vincoli maggiormente avvertiti come ostacoli per la riuscita del loro progetto: credito, infrastrutture, burocrazia e legalità. Il credito è un punto veramente cruciale. Noi diciamo spesso che alle buone idee non mancano i soldi. Però bisogna capire quali sono le buone idee. L’idea di per se vale l’1% del totale, il resto è capacità, competenze, un team affiatato. L’altro vincolo è quello della legalità, ma è un problema che non riguarda la maggior parte dei progetti che ci vengono sottoposti. Oggi per operare nel settore dei servizi non è necessario avere una fabbrica, ma basta un appartamento dove è difficile che la criminalità riesca a penetrare. Per quanto riguarda le infrastrutture, almeno per il settore delle start up non siamo messi poi così male. Infine per contrastare il fenomeno della burocrazia lenta abbiamo avviato un’iniziativa che si chiama “Addio Burocrazia” con l’apertura di uno sportello dove si possono denunciare i soprusi dei burocrati”
“In realtà noi siamo più contenti per tutte quelle che non facciamo nascere. Un’attività ha il diritto e il dovere di nascere solo se può stare sul mercato. Il vero modo di fare impresa è partire a razzo: spesso i giovani stanno lì a pensare e ripensare per anni alla loro idea. È il modo più sbagliato, si parte e lo si fa con la competenza. Se arriva qualcuno che non ha un gran business plan, ma ha le competenze giuste per portare avanti il suo progetto cerchiamo di aiutarlo in tutti i modi”.
“Il finanziamento è l’ostacolo minore. Dobbiamo partire però dal presupposto che le aziende che per partire hanno bisogno di un mare di soldi non sono buone aziende. Non è sport da startupper. Le aziende che partono con molti soldi sono appannaggio di chi già fa impresa o ha dei capitali da investire. Ci sono solo casi rarissimi che hanno un così grande potenziale da indurre qualcuno a rischiare ingenti somme. In ogni caso meglio partire con progetti piccoli e sostenibili che si autofinanziano. Per quei pochi su cui noi lavoriamo ci sono tutti i fondi che investono nel Sud carichi di soldi, ma che non trovano le idee giuste per iniziare”.
“Dipende dal livello in cui sono. Se sono a un livello molto primordiale li accompagniamo nella costruzione del business model e del business plan. Se sono più avanti li aiutiamo dal punto di vista del credito. Noi stiamo lavorando alla costruzione di un network di business angels attraverso il quale i giovani imprenditori supporteranno i progetti direttamente con i loro soldi”.
“Il 23 marzo abbiamo realizzato l’evento ‘Territorio impresa’, in cui ho cercato di mettere attorno a un tavolo tutti i soggetti interessati al mondo delle start up. A quel punto ho capito che la cosa migliore era condividere un network che includesse i principali attori. E così insieme a Youthub di Mario Scuderi, Peppe Sirchia, Indigeni Digitali e Girl Geek Dinner abbiamo costruito ‘Startup city’ che è una cabina di regia. Ognuno di noi porta tutte le opportunità che ha e le condivide con gli altri”.
Per chi fosse interessato, lo sportello “Imprendi Catania” è aperto il lunedì dalle 16 alle 17 presso la sede di Confindustria di Catania.