Sprechi . L’Autonomia sacrificata sull’altare del clientelismo
Lo Statuto. L’applicazione dell’art. 15 avrebbe consentito la trasformazione delle Province regionali in liberi Consorzi di Comuni: il tutto si sarebbe tradotto in un risparmio di circa 500 mln di € annui
La Casta. Il mancato recepimento delle leggi nazionali per la riduzione dei Consiglieri comunali ha prodotto uno spreco quantificabile in 174 milioni di euro in cinque anni di legislatura
PALERMO – Tra le scelte – o meglio le mancate prese di posizione – che stanno conducendo la Sicilia verso il baratro ci sono sicuramente la mancata costituzione dei liberi Consorzi di Comuni (così come previsto dall’art. 15 dello Statuto siciliano) per una rimodulazione delle Province regionali e il mancato recepimento delle leggi nazionali che avrebbero consentito una netta diminuzione dei politici all’interno dei Consigli comunali siciliani.
Tagli che avrebbero consentito alla Regione di risparmiare 500 milioni di euro nel caso delle Provincie e 174 milioni di euro, nel quinquennio, per ciò che concerne i consiglieri eletti.
Peccato che a tagliare il Governo Lombardo non ci abbia proprio pensato e adesso la Regione sia sull’orlo del caos. Servono davvero i commissari, tecnici con forbici in mano pronti a non guardare in faccia nessuno.
(continua)