Infatti, a fare la voce grossa per quanto riguarda gli incassi derivanti dal nuovo balzello voluto da governo Monti è proprio l’Urbe. La provincia romana ha incassato oltre un miliardo di euro, di cui circa 630 milioni andranno direttamente ai Comuni, mentre il resto, il 41%, andrà a ingrossare le esangui casse dello Stato.
In totale l’Imu ha generato introiti per circa 9 miliardi e 603 milioni di euro. Di questi, poco meno di 4 miliardi andranno all’erario.
Nella top ten dei Comuni arricchiti dalla nuova imposta non ne figura nemmeno uno siciliano. Dopo Roma, infatti, seguono Milano, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Brescia, Firenze, Bari e Bergamo.
Per poter analizzare la situazione di un Comune isolano bisogna scorrere la speciale classifica fino alla posizione 21 dove si trova la provincia di Palermo. Quest’ultima ha incamerato circa 110 milioni di euro, di cui 61 milioni e 296 mila euro resteranno nelle casse dei Comuni palermitani.
Poco sotto si trova Catania, con i suoi 108 milioni e 548 mila euro che al solito vanno divisi con lo Stato. Ai Comuni del catanese resteranno 63 milioni e 810 mila euro. Per arrivare a Messina bisogna scendere fino alla cinquantesima posizione: i Comuni della provincia peloritana riceveranno 33 milioni e 898 mila euro a fronte di un incasso di circa 62 milioni. Seguono Siracusa con 51 milioni, Trapani con 49, Agrigento con 40, Ragusa con 35, Caltanissetta con 20.
Cenerentola di Sicilia è la provincia di Enna, che addirittura non riesce a sfondare il tetto dei 20 milioni di euro: la provincia dell’entroterra siculo si ferma a soli 12 milioni di incasso, di cui 6 milioni e 825 mila euro andranno ai Comuni ennesi. Una miseria, a cui va aggiunta un ulteriore considerazione.
La provincia ennese rappresenta in termini di base imponibile Imu lo 0,16 % del totale, ma come gettito è allo 0,23%. Questo vuol dire che lo scostamento rappresenta quasi il 50% . Di norma, a una certa base imponibile dovrebbe corrispondere un certo gettito d’imposta medio che, rispetto ai totali, non dovrebbe scostarsi di molto. E infatti nella stragrande maggioranza dei casi le percentuali di scostamento tra i due valori sono minime e accettabili nel gioco delle variabili indipendenti territoriali come il numero di abitazioni principali e gli immobili esenti. I problemi sorgono nel caso in cui tale scostamento è più ampio. Bisogna considerare che quando lo scostamento ha un segno più, vuol dire che si paga di più. Viceversa con un segno meno, si paga in misura minore.
In diversi casi tale scostamento supera il 10 o il 20%, e addirittura nel caso incredibile di Enna arriva a lambire il 50%. Dunque, l’ombelico di Sicilia, in fondo alle classifica nazionale relativa all’importo totale del versamento dell’Imu, è viceversa primo in tutta Italia quanto a scostamento tra base imponibile e gettito. Prima di Cuneo, di Vercelli e unica città del Sud a figurare nelle primissime posizioni di questa classifica delle Province più “generose” quanto a contributi versati.
Per il resto, escluse Siracusa e Ragusa che hanno un lieve segno più, tutte le altre province siciliane possono essere considerate “fortunate”: in pratica pagano di meno rispetto alla percentuale di base imponibile.
Antonio Leo
Twitter: @ToniBandini