Raccolgono poco le imprese isolane nel progetto del Ministero Made in Italy: aumenta il divario col Nord. Solo 90 mln di finanziamenti contro i 470 della Lombardia e i 320 dell’Emilia
PALERMO – Imprese siciliane con la voglia di crescere e di proiettarsi al futuro cercasi. è sempre più difficile riuscire a cercare tra le aziende siciliane chi è deciso scommettere sul futuro pensando anche a migliorare il presente. E se sotto il profilo dell’innovazione tecnologica oggi la situazione delle imprese siciliane è decisamente negativa, sembra proprio che il domani non sia affatto roseo.
L’occasione gli imprenditori dell’Isola se la sono fatta sfuggire di mano ed era la partecipazione ai progetti di innovazione del Made in Italy promossi dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Ebbene, per numero di imprese che hanno superato la prima fase di valutazione del bando del Progetto di Innovazione Industriale, la Sicilia si è piazzata al decimo posto. Ed il gap con le grandi industrie del Nord è quindi destinato ancora una volta ad aumentare vertiginosamente.
L’Isola si è in pratica accaparrata soltanto 90 milioni di euro. Bazzecole di fronte all’enorme flusso finanziario che era stato messo a disposizione. La Lombardia ad esempio ha conquistato ben 470 milioni di euro, seguita dai 320 dell’Emilia Romagna, dai 230 del Lazio, dai 200 di Campania e Veneto, ed ancora dai 180 milioni di euro di finanziamenti accordati al Piemonte, dai 120 di Marche e Toscana e dai 100 della Puglia. Poi, finalmente, arriva la solita “cenerentola” della Sicilia con i suoi investimenti che certamente non sono confacenti alle reali esigenze del tessuto imprenditoriale e produttivo.
Sarebbe stata una grandissima occasione per l’Isola che si sarebbe potuta dotare di Camerini di prova virtuali web-based, sistemi di tracciabilità dei filati, processi innovativi di produzione della pasta, format innovativi per la promozione e distribuzione di prodotti enologici, sistemi di attuazione elettromeccanica applicati all’elicotteristica, sistemi innovativi di logistica integrata, sistemi domotici per migliorare il livello di autonomia, di movimento e sicurezza delle persone diversamente abili e degli anziani. Sono queste alcune tra le proposte più gettonate che sono stati finanziate per l’appunto dal Ministero.
A rendere ancora più amara questa marginalità siciliana le parole del ministro Claudio Scajola che fa intendere proprio l’importanza del treno passato dall’Isola: “I progetti – ha dichiarato – sono stati presentati da grandi aziende leader del Made in Italy, ma anche da piccole e medie imprese pronte a innovare che hanno superato la tradizionale diffidenza a cooperare e si sono aggregate per filiere verticali o orizzontali in partenariati di dimensioni medie di 10 partecipanti, per un totale di 1846 imprese e 659 centri di ricerca.
Ora le imprese dovranno presentare i progetti definitivi per la valutazione finale. Contiamo di completare celermente le procedure di selezione in modo da avviare concretamente i progetti ed erogare i 190 milioni di incentivi entro l’anno”.
D’altronde la Sicilia è la regione dove si usa meno il computer e che ha meno risorse umane nel campo della tecnologia e della scienza, così come appurato da alcuni ricercatori nel corso delle “Giornate dell’Economia” svoltesi a Palermo qualche mese fa. Quindi risorse umane che non sono per nulla sfruttate nell’Isola, situazione che comporta ovviamente una difficile soluzione al problema. Il problema forse sta nel fatto che nessuno vuole investire in questo settore.