I giovani siciliani “si fanno” male - QdS

I giovani siciliani “si fanno” male

Rosario Battiato

I giovani siciliani “si fanno” male

mercoledì 05 Agosto 2009

Consumo. Ordinanze sindacali contro mode sbagliate.
Il fenomeno. Sempre più giovani si avvicinano alle bevande alcoliche e ne rimangono “affascinati”. Ieri, una diciottenne è finita in coma etilico dopo una festa sui faraglioni di Panarea.
I dati. Polizia stradale e Sert delle Ausl danno la dimensione del fenomeno: nell’Isola i numeri riferiti al consumo sono in aumento. La prevenzione non basta, serve educazione

PALERMO – Crescono i controlli sulle strade, ma aumentano anche i soggetti che abusano di alcol oltre la soglia consentita dalla legge. Di ieri la notizia che una diciottenne di Venezia é ricoverata nella Rianimazione dell’ospedale Papardo di Messina perché in coma etilico dopo aver partecipato ad un raduno di giovani su natanti ai faraglioni di Panarea.
In un’estate già politicamente calda per le ben note vicende siciliane, scoppia un nuovo caso a proposito delle misure intraprese da alcuni comuni per contenere l’abuso di alcol tra i giovani. Novello proibizionismo o misure di sicurezza necessarie per contenere gli effetti collaterali dell’abuso di alcol sulle strade siciliane?
Dopo Milano, che ha seguito l’esempio di Monza, introducendo il divieto di alcoli per gli under 16, sono seguite a stretto giro Palermo, provvedimento varato dal sindaco Cammarata a fine luglio, e anche altri comuni del trapanese come Castellamare del Golfo, Calatafimi-Segesta e Balestrate. Tuttavia le misure prese sui minorenni solo limitatamente potranno servire a rendere le strade più sicure o a risolvere il problema dell’abuso di alcol. In strada ci vanno i maggiorenni che hanno libero accesso alle bevande alcoliche o ai cosiddetti binge drinking (abbuffata di alcol), una modalità di bere che consiste nel consumare durante la stessa sera almeno 6 supercocktail ad alta gradazione alcolica. Proprio in questa modalità di consumo, tipicamente fuori pasto e serale, quindi tendenzialmente giovanile, l’Italia insulare rileva il 50,2% del campione intervistato, secondo dato nazionale, che dichiara di essersi ubriacato da 1 a 3 volte negli ultimi 12 mesi. Inoltre i dati in dettaglio (2007), forniti dal Doe regionale, confermano che i giovani siciliani sono la categoria al vertice col 65,9% tra le persone che hanno bevuto almeno una unità alcolica. Questi dati vanno incrociati con quelli che derivano da una recente indagine dell’Osservatorio Il Centauro, i quali attestano che il 37% degli episodi di pirateria in strada sono dovuti all’effetto di droghe o alcol.
“I giovani dovrebbero avere l’accortezza – ha spiegato Antonino Di Vincenzo, comandante della Polstrada di Catania – di stabilire ad ogni uscita un elemento che non deve assolutamente bere. Qui si tratta di salvaguardare la vita di tutti”. In realtà pare che l’appello sia ancora lontano dall’essere recepito come un vero e proprio standard di uscita serale, in quanto il trend dei controlli della stradale ha fatto segnare degli aumenti sul numero dei soggetti che avevano un tasso alcolemico superiore allo 0,5 g/l stabilito dalla legge. “Nel 2009 abbiamo riscontrato un aumento nella nostra zona di competenza dei casi controllati che avevano un tasso alcolemico superiore a quello consentito – precisa Di Vincenzo – tuttavia il dato è in crescita perché sono aumentati notevolmente i controlli e anche le attrezzature di cui disponiamo”. Le pattuglie hanno aumentato la frequenza dei controlli nei finesettimana o nei giorni considerati suscettibili, ma cominciano a diventare abbastanza rilevanti anche durante i giorni feriali, inoltre le pattuglie sono state dotate dei precursori, strumenti che permettono di comprendere se il soggetto è in stato di ebbrezza prima di passare al test ufficiale realizzato dall’etilometro.
Da gennaio a luglio 2009 la Polstrada della Sicilia orientale, che comprende le province di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Enna, ha effettuato 34520 controlli su strada denunciando 330 persone e ritirando 1410 patenti. Anche il dipartimento della Sicilia occidentale, che comprende Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta, ha registrato per i primi sette mesi di quest’anno 35528 controlli e 183 denunciati. Così i primi dubbi sulle ordinanze antialcol cominciano a piovere come macigni. “Un’efficace politica di prevenzione rispetto al rischio d’abuso di alcol – ha precisato Michele Contel, vicepresidente dell’Osservatorio permanente sui giovani e alcol – passa per un’educazione diffusa e capillare al consumo responsabile, all’autoregolazione e dubita della convinzione che siano efficaci misure repressive o coercitive”. Inoltre il fronte dei contrari alle ordinanze dei sindaci “proibizionisti” si è arricchito dell’apporto di Vittorio Sgarbi che ha proposto di fare di Salemi una sorta di capitale del bere “bene e libero”.
“Faccio un appello – ha tuonato – vengano tutti i giovani a Salemi dove si può bere liberamente. Bere bene significa evitare i superalcolici. Limitare l’alcool indistintamente vuol dire invece limitare anche il vino”.

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