PALERMO – Il sindaco Leoluca Orlando ha deposto ieri mattina al processo nei confronti di 124 dipendenti della Rap (la società che si occupa dell’igiene ambientale, nata dalle ceneri della fallita Amia), accusati di interruzione di pubblico servizio in relazione alle tonnellate di rifiuti che rimasero per strada tra Natale 2013 e Capodanno 2014. Con loro anche due dirigenti dell’azienda, Antonino Putrone e Lara Calì, accusati invece di inadempimento di contratto di pubbliche forniture.
Fu proprio il sindaco a presentare una denuncia dopo l’accumulo di immondizia per le strade. “La situazione – ha ricordato – era molto critica e c’era anche una certa tensione all’interno della Rap dovuta al fallimento di Amia. Chiesi al presidente della Rap, Sergio Marino, di fare subito una relazione sulla situazione delle presenze di quei giorni e dei mezzi”.
Secondo la tesi dell’accusa, le strade della città, proprio durante le feste natalizie, rimasero sommerse dalla spazzatura poiché numerosi turni di raccolta saltarono.
Al centro del processo il contratto di servizio applicabile in quel periodo. Secondo i difensori, infatti, tra il 2013 e il 2014 era ancora applicato quello della fallita Amia, che prevedeva, durante le festività, di assicurare il servizio minimo, senza stabilire quindi numeri e percentuali di mezzi e personale. Il contratto di servizio della Rap, che sarebbe entrato in vigore solo al metà del 2014, prevede invece che sia impiegato il 30% del personale le domeniche e il 50% nei festivi.
L’avvocato Stefano Santoro, che difende una sessantina di operai della Rap, ha puntato su questo argomento nel controesame del presidente Marino, sentito anche lui ieri mattina. “Il cda – ha ribadito Marino – non ha compiti gestionali”.
Fu proprio il sindaco a presentare una denuncia dopo l’accumulo di immondizia per le strade. “La situazione – ha ricordato – era molto critica e c’era anche una certa tensione all’interno della Rap dovuta al fallimento di Amia. Chiesi al presidente della Rap, Sergio Marino, di fare subito una relazione sulla situazione delle presenze di quei giorni e dei mezzi”.
Secondo la tesi dell’accusa, le strade della città, proprio durante le feste natalizie, rimasero sommerse dalla spazzatura poiché numerosi turni di raccolta saltarono.
Al centro del processo il contratto di servizio applicabile in quel periodo. Secondo i difensori, infatti, tra il 2013 e il 2014 era ancora applicato quello della fallita Amia, che prevedeva, durante le festività, di assicurare il servizio minimo, senza stabilire quindi numeri e percentuali di mezzi e personale. Il contratto di servizio della Rap, che sarebbe entrato in vigore solo al metà del 2014, prevede invece che sia impiegato il 30% del personale le domeniche e il 50% nei festivi.
L’avvocato Stefano Santoro, che difende una sessantina di operai della Rap, ha puntato su questo argomento nel controesame del presidente Marino, sentito anche lui ieri mattina. “Il cda – ha ribadito Marino – non ha compiti gestionali”.
