Sono oltre 77 mila gli aspiranti medici e odontoiatri per soli 10.000 posti
ROMA – Ogni anno è sempre polemica in vista dei test a numero chiuso, soprattutto dei corsi di laurea più ambiti, ovvero quelli di Medicina e di Odontoiatria. Sebbene la Corte Costituzionale si sia già pronunciata, nel 1998, a favore della legittimità del numero programmato, i ragazzi che affrontano le prove d’ingresso e le associazioni per il Diritto allo Studio si interrogano sulla bontà di questo strumento di selezione, adottato da un numero crescente di atenei. Il Codacons, per esempio, ritiene che la suprema Corte possa tornare sui propri passi, definendo incostituzionale l’accesso programmato. L’associazione dei consumatori paventa la possibilità, in caso affermativo, di una class action per i non ammessi ed ha già provveduto a diffidare il governo Monti e il Ministero dell’Istruzione chiedendo l’eliminazione dei test di ammissione.
“Il numero chiuso all’università è assurdo e antistorico peraltro i test di ammissione, con domande magari di cultura generale, non selezionano certo quelli che saranno, ad esempio, i medici migliori. Non si capisce, poi, perché qualche ora di test dovrebbe valere più del voto conseguito alla maturità, dopo un percorso durato ben cinque anni di studio. Per migliorare la qualità della nostra sanità la selezione andrebbe fatta durante gli anni universitari, attraverso esami più selettivi e non certo con un test di un centinaio di domande da risolvere in qualche ora”, afferma il presidente del Codacons, Marco Donzelli. Inoltre, precisa l’associazione, è ormai accertato che non vi è un esubero di medici in Italia, e per questo vi sono assessori regionali alla sanità che hanno già chiesto l’eliminazione del numero chiuso. Dal canto suo l’Unione degli universitari ribadisce la sua contrarietà al numero chiuso e che vigilerà sul regolare andamento delle prove e preannuncia ricorsi in caso di irregolarità.
Intanto, oltre ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale ( Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Professioni sanitarie e Architettura), sono in aumento i corsi universitari con programmazione locale che prevedono lo sbarramento: nelle sole università statali più di metà dei corsi è a numero chiuso.
I primi ad affrontare il pacchetto di domande (un’ottantina di quesiti di cultura generale) saranno gli aspiranti medici e odontoiatri che intendono seguire le lezioni in lingua italiana. E così un’aspirante medico dovrà confrontarsi anche con la Guerra mondiale, la crisi economica del 1929 o come ha denunciato un primario, il quale ha voluto prendere parte al concorso, addirittura con il taoismo. Mercoledì 5 settembre sosterranno la stessa prova coloro che vorranno invece seguire un corso di laurea in Medicina e Odontoiatria, ma in lingua inglese; si potrà sostenere il test oltre che in Italia in altri paesi: Germania, Gran Bretagna, India, Polonia e Stati Uniti. Solo uno studente su otto, però, riuscirà a realizzare il sogno di studiare per diventare medico o odontoiatra: i posti disponibili sono 10.173 per Medicina e circa 900 per Odontoiatria, e a contenderseli saranno in 77 mila.
Antonio Leo
Twitter: @ToniBandini