Cinque anni da record. Il turismo aiuta il Pil - QdS

Cinque anni da record. Il turismo aiuta il Pil

Cinque anni da record. Il turismo aiuta il Pil

venerdì 14 Settembre 2012

Forum con Mario De Marco, ministro di Turismo Cultura e Sviluppo della Repubblica di Malta

Il Ministero del Turismo è forse il Ministero cardine dell’economia, qual è la strategia che adottate per attrarre un numero sempre maggiore di turisti?
“Il successo del turismo dipende da tre parametri fondamentali: l’accessibilità, la promozione e l’innovazione del prodotto turistico. Questi tre pilastri poggiano sui principi di sostenibilità e diversificazione e mirano ad ovviare al fenomeno della stagionalità. Per quanto riguarda l’accessibilità, essendo un’isola, il 97 per cento dei turisti arriva a Malta con le linee aeree; la nostra connettività e la nostra accessibilità agli aeroporti internazionali e le relazioni con le linee aeree sono dunque fondamentali. In questi ultimi anni abbiamo lavorato molto in questo settore, mantenendo buone relazioni con diverse compagnie e aumentando così, in cinque anni, il numero delle rotte aeree da 45 a 81, strategia fondamentale per la crescita del flusso turistico. Naturalmente la nostra linea aerea nazionale Air Malta serve il 48 per cento dei turisti, il resto viene distribuito tra Lufthansa, Alitalia, Air France ecc. I voli charter dei tour operator principali e i voli low cost, come Ryanair, Easy Jet, Air Berlin, hanno anch’essi favorito i nuovi mercati turistici: per esempio, fino a qualche anno fa, solo i turisti spagnoli erano appena 20 mila, oggi sono 60 mila; fino a tre anni fa, Israele rappresentava un flusso di 1.000 turisti l’anno, dopo i problemi tra Israele e Turchia, e dopo una forte promozione, siamo riusciti ad ottenere un risultato di 31 mila turisti israeliani nell’arco di tutto l’anno. Nel 2011, Malta ha così accolto 1,4 milioni di turisti, il numero più elevato di turisti della nostra storia, che equivale a 11 milioni di notti, considerando che la media di notti passate a Malta è di 8,3 notti, e a un fatturato annuo di 1.240 milioni di euro. Questi ultimi cinque anni sono stati anni da record, quest’anno abbiamo registrato, ad aprile, maggio, giugno, luglio e agosto, i migliori risultati  di sempre e ciò ha rappresentato un forte contributo alla crescita del Pil”.
Quali sono le iniziative per affermare ancor più questo successo?
“Il modo di fare turismo cambia. I turisti preferiscono viaggiare più spesso, ma per periodi più brevi. In virtù di tale fenomeno si è venuta a creare la necessità di mettere a disposizione dei turisti almeno due collegamenti aerei a settimana. Il mezzo e i tempi di prenotazione sono anch’essi cambiati: da una maggior dipendenza dai tour operator del 75 per cento siamo passati al 47 per cento, poiché il 53 per cento dei turisti preferisce oggi effettuare la prenotazioni individualmente e direttamente via internet, con il conseguente vantaggio e profitto per gli albergatori. In precedenza, la prenotazione avveniva 5/6 mesi in anticipo, ora viene effettuata al massimo due settimane prima della partenza, il ché significa una promozione dell’isola costante e cospicua, non più solo tramite i tradizionali mezzi di comunicazione, ma soprattutto su internet, su i social media e tramite i vari motori di prenotazione on line. Fino a qualche anno fa, la maggior parte dei turisti proveniva dal Regno Unito, ma abbiamo puntato ad evitare la dipendenza turistica da una sola nazione, diversificando e distribuendo la domanda. Oggi il settore inglese resta quello dominante, con 440 mila turisti l’anno, ma l’affluenza dei turisti italiani è fortemente aumentata, passando, grazie al raddoppiamento dei collegamenti con tutta la penisola italiana, da 100 mila a 220 mila turisti l’anno (di cui il 25 per cento dalla Sicilia), in tre anni. Gli italiani rappresentano oggi il secondo settore della domanda turistica prima dei tedeschi, francesi, scandinavi, spagnoli, russi, israeliani, ecc. Il 95 per cento dei turisti proviene dall’Europa e il restante 5 per cento dagli altri continenti come il Medio Oriente, gli Stati Uniti, il Nord Africa, l’Australia e il Sud-Est asiatico. Crediamo in un maggior potenziale d’attrazione sui mercati emergenti della Cina, dell’India e del Brasile. Bisogna anche considerare il grande settore di viaggiatori che arriva a Malta con le navi crociere; l’anno scorso ha rappresentato un flusso di 560 mila persone”.
 
Nell’ambito turistico, qual è la destinazione dei fondi europei?
“Investiamo molto nella conservazione e il restauro poiché abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, del nostro patrimonio culturale e dell’ambiente. Malta ha dunque molto beneficiato  dei fondi dell’Unione Europea, investendo una grande percentuale di essi per il restauro e la manutenzione dei suoi tanti siti storici, come i suoi templi megalitici unici al mondo o la cinta di fortificazione che data dai tempi dei Cavalieri di San Giovanni. I fondi sono stati utilizzati anche per migliorare la rete di trasporto, il riciclaggio dei rifiuti e gli impianti di depurazione delle acque nere, ottenendo come risultato uno dei mari più puliti del Mediterraneo. Abbiamo anche investito sulle attività e i grandi eventi culturali che vengono organizzati dal ministero, dai comuni e dai privati. Prossimamente si svolgerà alla Valletta la notte bianca con 160 attività culturali ed artistiche. Nel 2018, la Valletta è candidata per essere la capitale europea della cultura e stiamo investendo per questa scadenza”.

Come intendete diversificare l’offerta turistica?
“Un punto importante consiste nel ridurre la dipendenza dalla stagionalità, un turismo stagionale non può essere definito sostenibile; occorre diversificare l’attrazione turistica nell’arco dei dodici mesi. Fattore importante: a Malta, gli alberghi non chiudono in inverno, ciò permette di investire in vari settori del turismo, come il settore delle conferenze, dei colloqui e dei congressi. A tal proposito, bisogna rilevare che Malta offre il vantaggio di collegamenti aerei diretti, di distanze ridotte tra l’aeroporto, i diversi alberghi e la città e la vita notturna”.
Che ruolo ha il turismo culturale?
“Ovviamente, puntiamo molto sul turismo culturale. La Valletta è patrimonio protetto dall’Unesco e Malta possiede la più grande concentrazione di siti protetti dall’Unesco. Nei suoi 7.000 anni di storia, l’Isola, attraversata da Fenici, Romani, Arabi, Normanni, è terra di crociate e del colonialismo inglese, si è arricchita di un patrimonio e una cultura inestimabile oggi ancora in ottime condizioni. Malta offre inoltre una diversità paesaggistica: vi si può godere delle bellezze della Valletta, dei piccoli villaggi, delle città portuarie. Malta non è solo spiagge, ma anche patrimonio storico e culturale, vita notturna. Citiamo anche la varietà delle altre sue due isole, Gozo e Comino, rispettivamente a 20 e 10 minuti da Malta, dove promuoviamo il concetto di eco turismo. In breve, per diversificare e aumentare l’offerta turistica, bisogna investire in modo razionale sul turismo sostenibile e sul nostro patrimonio storico, aiutando il settore privato tramite fondi europei. Investire per promuovere le caratteristiche proprie, la nostra storia”.
 

 
Curriculum Mario De Marco
 
L’onorevole Mario De Marco, nato il 18 ottobre 1965, è figlio dell’ex presidente della Repubblica maltese, Guido De Marco. Laureatosi in legge nel 1988 presso l’Università degli studi di Malta, ha proseguito i suoi studi presso l’Università di Cambridge. Eletto membro del Parlamento nel 2003, dopo le elezioni generali del 2008 è stato eletto segretario parlamentare per il Turismo, la Cultura e lo Sviluppo all’interno dell’ufficio del primo Ministro, per divenire poi Ministro il 6 gennaio del corrente anno.

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