Su Termini Imerese è calato il tanto temuto silenzio - QdS

Su Termini Imerese è calato il tanto temuto silenzio

Su Termini Imerese è calato il tanto temuto silenzio

martedì 18 Settembre 2012

Il comune palermitano è una bomba sociale pronta ad esplodere, dal 2013 finisce la Cassa integrazione per i lavoratori ex Fiat. Saltato anche l’incontro di sabato scorso, speranze ridotte al lumicino per circa 1.300 lavoratori del polo auto

TERMINI IMERESE (PA) – Al ministero dello Sviluppo economico confermano. La riunione prevista per venerdì scorso, e preventivata addirittura la scorsa estate, è definitivamente saltata. La nuova data non è ancora stata fissata mentre si avvicina la scadenza del dicembre prossimo, quando i cassaintegrati della Fiat correranno il rischio di divenire altre unità in stato di disoccupazione. Lo stabilimento, infatti, non è stato ancora rilevato, e resta del gruppo torinese, che ha chiuso l’esperienza palermitana già alla fine del 2011. A fine agosto al Mise avevano assicurato di avere diverse soluzioni in mano e tante offerte, ma, come al solito, tutto si è risolto in una bolla di sapone.
Accade che l’ultimo tavolo tecnico ufficiale al ministero sia stato il 16 luglio, stando all’elenco degli appuntamenti stilati dall’ufficio stampa del Mise. L’incontro era stato organizzato “per la riconversione industriale dello stabilimento – si legge in una nota del ministero – alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti ed il viceministro al Lavoro Michel Martone”. Un altro dei tavoli tecnici che ormai da circa due anni affollano le stanze del ministero, prima per estrarre il coniglio dalla short list stilata da Invitalia (l’advisor del ministero) e poi per riparare all’estrazione di un coniglio morto come la Dr Motor di Di Risio, impresa scelta per sostituire Fiat ed economicamente impreparata ad investire nella rifunzionalizzazione dello stabilimento. Ad oggi ci sono le solite speranze orientali – la Chery su tutte – ma di quelle diverse offerte di cui aveva parlato De Vincenti non c’è traccia, come testimonia il tavolo tecnico che non è avvenuto. Di cosa si dovrebbe discutere se non ci sono novità rilevanti?
Novità che attendono in trepidante attesa circa 1.300 lavoratori rimasti dell’ex stabilimento Fiat e in attesa di conoscere il loro futuro visto che dal 2013, senza altri interventi, potranno considerarsi disoccupati a tutti gli effetti. L’automotive, che sembra essere l’unica alternativa per i sindacati, contiene in sé i germi del fallimento perché il settore auto è in calo vertiginoso in Italia e in Europa. Sembra difficile immaginare che laddove falliscono le grandi multinazionali – e la Fiat, pur con tutte le sue magagne lo è di certo – possano riuscire piccole imprese. Urge puntare su altro, come le auto ibride, e non insistere su una fetta di mercato già abbondantemente satura.
Tra gli amministratori serpeggia le preoccupazione. Termini è anche una bomba sociale pronta ad espledere. A chiedere urgentemente un incontro è stato di recente il sindaco Totò Burrafato che ha scritto a Claudio De Vincenti spiegando come la situazione di Termini si stia lentamente “aggravando”. Da buon profeta aveva poi concluso la missiva scrivendo che “l’impegno assunto in sede ministeriale in merito alla convocazione di incontro del Tavolo tecnico incaricato dell’attuazione dell’Accordo di programma per la riqualificazione del Polo industriale di Termini Imerese entro il 15 settembre sembra essere a questo punto purtroppo ancora disatteso”.
Resta in bilico anche la situazione degli esodati visto che i sindacati hanno lamentato la preoccupazione in merito alla scelta del Pdl di opporsi alla calendarizzazione della discussione in aula della proposta di legge sugli esodati.

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