PALERMO – Più della metà delle Province attuali sono destinate alla chiusura, o meglio all’accorpamento, entro la fine del 2012, anche se è solo alla scadenza del mandato attuale che si attuerà il riordino vero e proprio secondo i criteri della legge 135/2012. In Sicilia, in particolare, sono cinque quelle che dovrebbero chiudere i battenti: si tratta di Trapani, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa, che andrebbero quindi a essere accorpate con i territori di Palermo, Messina, Agrigento e Catania. Ma a quanto pare bisognerà attendere almeno il prossimo Governo regionale per dare seguito alla riorganizzazione. Eppure, nell’Isola, l’occasione per ridefinire l’assetto di questi enti c’è sempre stata grazie all’art. 15 dello Statuto, che prevede l’istituzione dei liberi Consorzi di Comuni. Uno strumento ignorato per decenni. (continua)

Enti locali. Una riorganizzazione ancora ferma al palo. I tagli nazionali. Monti, con la legge 135/2012, ha fissato i termini per l’accorpamento delle Province in tutta Italia. Le Regioni a Statuto speciale devono muoversi autonomamente. Regione in stand by. “Non c’è fretta”, ci dicono dall’assessorato alle Autonomie locali. Ma proseguendo su questa strada si continuano a sprecare 500 mln € ogni anno.
