ROMA – È confermata l’associazione tra l’acutizzarsi degli attacchi di asma e l’inquinamento atmosferico. Uno studio, pubblicato online sulla rivista "Environmental Research", frutto della collaborazione fra tre Dipartimenti dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ di Milano, dimostra una relazione diretta tra il consumo del farmaco ‘salbutamolo’ (principio attivo di farmaci antiasmatici di primo intervento) e i livelli di Pm2.5 e Pm10 nell’aria della città di Milano.
Si tratta di una ricerca che applica la metodologia dell’analisi delle acque reflue (waste-water based epidemiology) per lo studio delle malattie ambientali. Infatti le acque di scarico provenienti dalla città di Milano sono state campionate giornalmente prima del loro ingresso al depuratore di Milano Nosedo e sono state analizzate per i residui di ‘salbutamolo’, un farmaco vasodilatatore che viene utilizzato per contrastare il broncospasmo durante gli attacchi d’asma. Lo studio ha evidenziato che l’utilizzo di questo farmaco varia in relazione ai livelli atmosferici di Pm2.5 e Pm10, aumentando quando aumenta il livello di questi inquinanti.
Si tratta di una ricerca che applica la metodologia dell’analisi delle acque reflue (waste-water based epidemiology) per lo studio delle malattie ambientali. Infatti le acque di scarico provenienti dalla città di Milano sono state campionate giornalmente prima del loro ingresso al depuratore di Milano Nosedo e sono state analizzate per i residui di ‘salbutamolo’, un farmaco vasodilatatore che viene utilizzato per contrastare il broncospasmo durante gli attacchi d’asma. Lo studio ha evidenziato che l’utilizzo di questo farmaco varia in relazione ai livelli atmosferici di Pm2.5 e Pm10, aumentando quando aumenta il livello di questi inquinanti.
