CATANIA – Ritorna in salita, con una fortissima pendenza, la lotta dei comitati No Muos e dei cittadini nisseni contro il sistema satellitare militare americano che sorge nella riserva orientata di Niscemi (Cl): il Tribunale del riesame di Catania ha disposto il dissequestro delle mega parabole e della stazione di trasmissione. Dopo ricorsi e appelli amministrativi i giudici hanno accolto la tesi dell’avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa, che aveva presentato ricorso la decisione del 6 giugno scorso del Tribunale di Caltagirone di mantenere i sigilli. Contro la decisione può ricorrere in Cassazione la Procura di Caltagirone. Paola Ottaviano, legale del comitato No muos che da anni lotta contro le mega antenne perché sostiene emettano frequenze nocive alla salute e deturpano l’ambiente, dice: "Secondo noi, non può reggere la motivazione del Tribunale del Riesame sulla legittimità delle autorizzazioni in base alla sentenza del Consiglio della giustizia amministrativa. Il capo d’imputazione è abusivismo, quindi nell’ambito penale". Il Riesame ha ritenuto di "non potere prescindere dalle valutazioni" del Consiglio della giustizia amministrativa (Cga) che il 6 maggio scorso ha accolto la richiesta del ministero della Difesa e dichiarato inammissibile l’appello incidentale proposto da Legambiente sui procedimenti amministrativi riguardanti la realizzazione del Muos. Per il Tribunale "non ci sono vizi negli atti amministrativi" e di questo "i giudici penali non possono non tenere conto". Sostanzialmente per i Tribunale del riesame le autorizzazioni per realizzare l’opera erano legittime e il Muos non è più abusivo e quindi ha disposto "la revoca del decreto di sequestro emesso il 31 marzo 2015 dal gip di Caltagirone e la restituzione del Muos al ministero della Difesa".
