Dal 2010 al 2012 al di là del Po, tra Liguria e Piemonte, sono state sciolte quattro amministrazioni locali: quasi quanto la Sicilia, ferma a cinque. E adesso trema anche la Lombardia: arrestato l’assessore Zambetti, accusato di aver comprato migliaia di voti dalle cosche calabresi per 50 euro a voto
PALERMO – Se è vero che il Sud continua a mantenere il record di Comuni sciolti per mafia – e proprio pochi giorni fa ha collezionato il triste primato del primo capoluogo di provincia commissariato per infiltrazioni, ovvero Reggio Calabria – i tentacoli della “piovra” sono sempre più radicati nelle regioni produttive del Paese. Incrociando i dati forniti al QdS dal ministero dell’Interno con il documentato dossier dell’associazione Legautonomie Calabria salta subito all’occhio come negli ultimi tre anni, dal 2010 al 2012, il vento del malaffare stia soffiando sempre più forte al di là del Po. Nel triennio in questione sono state sciolte 33 amministrazioni locali: di queste ben 18 sono concentrate in Calabria, 7 in Campania, 5 in Sicilia e 4 tra Piemonte e Liguria. Un fenomeno sconosciuto dai cittadini settentrionali, ma che ha radici profonde. (
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