L’amore al tempo... dei software. Il tradimento non ha più segreti - QdS

L’amore al tempo… dei software. Il tradimento non ha più segreti

Angela Michela Rabiolo

L’amore al tempo… dei software. Il tradimento non ha più segreti

sabato 27 Ottobre 2012

Arriva Cate, un programma informatico per nascondere o controllare messaggi e chiamate del partner. In Sicilia le unioni finite in tribunale anche a causa di adulterio arrivano al 21,5%

PALERMO – Si chiama Cate ed è una rovinafamiglie professionista, anzi è proprio nata per questo, creata da menti diaboliche per scardinare le unioni che sembravano più solide, per dare un alibi al fedigrafo di turno e nutrire ossessioni più o meno violente.
E non è neppure una persona ma un software. Cate sta infatti per Call And Text Eraser, ossia, per i non anglofoni non cyberalfabetizzati, “cancellatore di testi e chiamate”.
In sole tre settimane dall’entrata sul mercato, Cate è stata scaricata da oltre diecimila utenti, il 70% donne. Sicuramente è più comodo rispetto agli appostamenti con occhialoni da sole di ordinanza e impermeabile dal colore indeciso, ormai troppo demodé e passibile di scambio con la mise di un guardone o al massimo di un palo. D’altra parte tutta la nostra vita si è informatizzata e lasciare un argomento delicato come il tradimento a metodi di spionaggio obsoleti sembra quasi immorale.
 
Forse, psicologicamente, si è più propensi ad autoassolversi se invece di consumare le mattonelle facendo avanti indietro per la cucina sull’orlo di una crisi di nervi a causa di sospetti e dubbi si pigia qualche tasto per accedere direttamente all’area messaggi e chiamate ricevute del proprio partner. Il voler sapere si scontra poi con la paura di avere delle terribili conferme; l’app allora abbatterebbe ogni ultimo scrupolo della coscienza proprio perché easy e a portata di mano. Non c’è neppure bisogno di frugare nelle tasche o nelle borse.
L’altra faccia della medaglia però è rappresentata dal fatto che anche se per un momento ci si riuscisse a liberare della paura del tradimento, la malefica Cate continuerebbe senza pietà a far leggere le conversazioni private del proprio compagno, marito, convivente o amico un po’ più che amico. Si rischia di entrare in un circolo vizioso che soffoca la coppia e più ancora il singolo che nutre il proprio demone dell’ossessione.
Cate funziona anche al contrario: non solo per spiare ma anche per non essere spiati. Il traditore del caso, sapendo di avere qualcosa da nascondere e conoscendo troppo bene la sospettosità del partner (anche perché sono pochissimi i fedigrafi che non lasciano tracce -anche non informatiche-) previene le discussioni mandando sms e facendo chiamate che si autodistruggono dopo aver assolto alla funzione di trasmettere il messaggio. Sembrano cose da spionaggio del Kgb o del Mossad o di James Bond se volete. Una strategia di guerra contro la persona a cui si è giurato amore, più o meno eterno non si sa, ma di sicuro eterna lealtà.
Il matrimonialista Gian Ettore Gassani dice che il 30% delle 85 mila separazioni italiane l’anno è dovuto all’infedeltà. “Di queste 25 mila, l’80% è stato scoperto in famiglia, dopo investigazioni domestiche proprio sul cellulare”, grande strumento certo ma da non confondere con la funzione del cane, lui sì il vero amico dell’uomo soprattutto perché non parla ma abbaia e quindi non è comprensibile.
Il tradimento costituisce la causa primaria di separazione giudiziale e da molti sondaggi salta fuori che circa la metà delle persone impegnate sentimentalmente ha tradito o è stata tradita nel corso della propria esistenza. Ovviamente la Sicilia si fa notare anche in questo tipo di misurazioni: la media di separazioni giudiziali della nostra regione si attesta al 21,5% rispetto a una media nazionale del 14,5%. I nuovi gadget informatici poi, hanno reso più facili le indagini. Secondo l’Istat, se nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni erano 158 le separazioni e 80 i divorzi, nel 2010 si arriva a 307 separazioni e 182 divorzi. Pare che la tecnologia entri pure nelle aule dei tribunali. Durante le cause non è raro che vengano presentate delle prove acquisite tramite registrazioni o foto fatte col cellulare.
Ciò che si viene a scoprire grazie all’aiuto di Cate però è meglio tenerselo per sè o infilarlo in una cassaforte di cui si è unici depositari della combinazione. Spiare “la corrispondenza o ogni altra forma di comunicazione” è un reato che rientra nella fattispecie contemplata dall’art. 616 del c.p. Vi è infine l’art. 15 della Costituzione che “tutela la libertà e la segretezza delle comunicazioni”.
La domanda ultima però è: Ne vale veramente la pena?
Di tradire, di tormentarsi col pensiero di sapere o non sapere, di cercare sempre quell’indizio che confermi oscure paure, di stare sulle spine come se non si avesse di meglio a cui pensare, di elaborare raffinate strategie di investigazione…
Infine un consiglio: al posto dei cellulari, usate i pizzini.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017