Premi per chi denuncia corruzione ed evasione - QdS

Premi per chi denuncia corruzione ed evasione

Carlo Alberto Tregua

Premi per chi denuncia corruzione ed evasione

sabato 03 Novembre 2012

Decreto sviluppo, pratiche su Internet

è la trasparenza che combatte evasione e corruzione. Solo se i cittadini possono leggere su Internet l’andamento delle diverse Pubbliche amministrazioni, fin nei loro sottosistemi, si può ottenere una vera e propria lotta contro chi rapina i soldi dallo Stato (corrotti e corruttori) o chi non fa il proprio dovere fiscale (evasori). Il tentativo, da parte del Governo nazionale, di imporre la trasparenza alla Pubblica amministrazione, è stato fatto con la legge 12/12, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’11 agosto scorso.
L’art. 18 è intitolato “Amministrazione aperta” e prevede che in deroga a ogni diversa disposizione di legge o regolamento nel sito Internet di ogni Ente sono indicati il nome del soggetto richiedente, la norma invocata, l’ufficio e il funzionario o dirigente responsabile del procedimento amministrativo, la modalità seguita per l’individuazione del beneficiario. Peraltro, la trasparenza era già stata introdotta come sistema dal Dl 150/09, che obbligava a rendere di facile consultazione, accessibile ai motori di ricerca e in formato tabellare aperto che ne consente l’esportazione, il trattamento dei dati.

Ulteriore novità è che l’eventuale omissione o incompletezza dei dati è rilevata d’ufficio dagli organi dirigenziali e di controllo, sotto la propria diretta responsabilità amministrativa, patrimoniale e contabile (…) e si applica il risarcimento del danno da ritardo, da parte dell’amministrazione, ai sensi dell’art. 30 dlgs 104/10.
La corruzione e l’evasione sono due facce della stessa medaglia e derivano dall’inefficienza della Pubblica amministrazione, ma anche da un sistema legislativo del passato, ormai superato, che impediva le indagini.
Sul piano dell’evasione, il governo Monti ha fornito agli Enti accertatori (Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate) notevoli strumenti per determinare la capacità contributiva di ogni cittadino e, dal primo gennaio 2013, la massa di dati attinti al sistema bancario, più altri indici del tenore di vita, consentiranno di fare la fotografia fiscale di ogni cittadino.
L’incrocio dei dati, ovviamente, deve estendersi ai contratti di energia (luce e gas), a quelli telefonici, ai permessi e autorizzazioni comunali e della Questura e via enumerando.

 
Non c’è evasore che non utilizzi l’elettricità e non c’è evasore che non abbia una linea telefonica fissa o mobile. Basta agganciare questi dati a quelli dei conti bancari di ogni genere, ai dati camerali, a quelli dell’Inps e dell’Inail, che la rete porterà a galla i pesciolini-peccatori.
Se a questo si aggiunge che i Comuni possono istituire i loro Ntl (Nuclei tributari locali), efficaci perché conoscono i cittadini porta per porta, non si vede perché ancora debbano restare nascosti tanti vampiri che succhiano il sangue della Comunità non facendo il proprio dovere.
Per la corruzione, occorre fare qualcosa di più che la legge in corso di approvazione, perché è assurdo pensare che essa possa venir fuori solo per effetto dell’azione della Magistratura. Occorre istituire l’Aia (Agenzia investigativa anticorruzione) a livello centrale, per ogni Regione, con filiazione nei Consorzi di Comuni e nei Comuni stessi. L’Autorità dovrebbe essere formata da magistrati, militari della Guardia di Finanza, poliziotti, carabinieri, con il compito di scovare i malfunzionamenti della Pa che, quasi sempre, celano corruzione.

Ma i veri guardiani che possono scoprire corruzione ed evasione sono i cittadini stessi. Il 117 della Guardia di Finanza ha visto aumentare in modo esponenziale le telefonate. Esse aumenterebbero ancora di più se fosse attuata la legge 133/2008 che all’art. 42 prevede la pubblicazione in tutti i Comuni degli elenchi nei quali risulti il nome del dichiarante e il suo reddito imponibile.
Questo non sarebbe uno Stato di Polizia, ma uno Stato civilizzato nel quale il cittadino che non ha niente da nascondere ha anche l’orgoglio di veder pubblicato il suo reddito dichiarato e, superati quattro anni dalla possibile rettifica dell’Ufficio, dovrebbe ricevere un attestato di benemerenza.
Solo distinguendo i buoni dai cattivi contribuenti e dandone opportuna comunicazione, si potrà diffondere l’educazione necessaria, chiamata educazione civica, che purtroppo a scuola non si insegna più.
Evasori e corrotti, due categorie deteriori. Vanno combattuti fino alla loro scomparsa

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