Tagliare la spesa per finanziare il riassetto - QdS

Tagliare la spesa per finanziare il riassetto

Carlo Alberto Tregua

Tagliare la spesa per finanziare il riassetto

sabato 17 Novembre 2012

Territorio disastrato e legge antisimica

Il neo presidente della Regione ha ben cominciato, sostituendo il commissario straordinario alla Provincia di Catania, nominato improvvidamente dall’ex presidente, con un altro di propria fiducia. Gli abbiamo già dato credito, perché attui un programma rigoroso di taglio delle spese senza fare macelleria sociale.
Tuttavia, è inevitabile che Palermo diventi, nel prossimo mese, come Atene, non appena cioè tutti quelli che aspettano indennità e stipendi non dovuti si accorgeranno che non potranno più riceverli. Essi andranno ad ingrossare la schiera dei duecentoquarantamila disoccupati, che da tempo soffrono l’ignavia, l’incompetenza, l’incapacità di un ceto politico egoista, che si è infischiato di loro.
Precari, formatori, forestali e quanti altri formano la schiera dei settantamila, si accorgeranno che i politicanti li hanno presi in giro e che non c’è più trippa per gatti.
Finalmente tutti dovranno auspicare una svolta.

E quale può essere tale svolta? Semplice a dirsi, difficile a farsi. Tagliare 3,6 miliardi dal bilancio 2013 per finanziare le opere pubbliche e gli investimenti. Fra le opere pubbliche, assume primaria importanza il riassetto idrogeologico del territorio.
Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha affermato una banale verità: si spende più per riparare i danni degli eventi atmosferici che non quanto si spenderebbe prevenendoli. Ma nessuno dei cialtroni che ci ha governato in questi quarant’anni si è mai preoccupato di mettere in campo un piano per cucire tutto il territorio in una rete di sicurezza che impedisca frane, allagamenti, esondazioni e così via. Nel Piano, ovviamente, andavano inserite ferree norme urbanistiche, per impedire abusi e scempi che ne hanno rovinato grande parte.
Un altro versante su cui occorre indirizzare le risorse recuperate dal taglio della spesa improduttiva è la messa in sicurezza degli immobili contro il rischio dei terremoti. Nella pagina interna pubblichiamo il riepilogo delle norme legislative e delle norme tecniche vigenti per effettuare gli interventi antisismici negli immobili.

 
Al riguardo suggeriamo a Crocetta di inserire nel bilancio 2013 (Legge di stabilità), la spesa di 500 mln come rimborso degli interessi sui mutui che i siciliani dovessero contrarre per effettuare le opere antisimiche nei propri stabili.
Tale ammontare metterebbe in moto, come un volano, 10 miliardi di opere e, per conseguenza, la creazione di 70/80 mila posti di lavoro.
Com’è noto, l’edilizia è un volano formidabile anche per l’indotto e dovrebbe essere uno dei due punti principali (l’altro è l’apertura dei cantieri per opere pubbliche) nell’agenda del presidente Crocetta.
Qui, ora e subito, è indispensabile mettere in moto l’economia produttiva che genera posti di lavoro, per diminuire rapidamente e fortemente la grave sofferenza in cui versano i siciliani che non hanno occupazione. Questo si può ottenere tagliando i privilegi dei politicanti e i posti pubblici creati unicamente per favorire  i raccomandati.

Il nostro lavoro consiste non solo nel fare la fotografia dell’esistente in tutti i versanti (economico, istituzionale, ambientale e così via), ma prospettare le soluzioni, caso per caso, problema per problema. E su questo modo propositivo di agire vorremmo che si misurassero tutti i rappresentanti delle Istituzioni, che, dopo avere ricevuto la bastonata del 28 ottobre, sono ammutoliti e terrorizzati.
Ricordiamo che i partiti tradizionali sono stati votati, nel loro insieme, da appena il 47 per cento dei siciliani aventi diritto al voto e lo stesso presidente Crocetta è stato eletto con neanche il 15 per cento dei predetti cittadini. Quindi il suo sforzo sarà ancora maggiore, perché dovrà interpretare il sentimento di quel 63 per cento dei siciliani che ha protestato vibratamente, non votando o votando schede bianche e nulle o votando per i grilletti.
I quali si sono messi sulla riva del fiume in attesa che passino i cadaveri dei partitocrati. Non prendono alcuna iniziativa, non accettano incarichi di responsabilità, non fanno alcuna proposta. Insomma, gente inutile per il Risorgimento della Sicilia. Ecco la ragione del simbolo Risorgimento Sicilia.

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