Le famiglie italiane stringono la cinghia ma alla casa di proprietà non rinunciano - QdS

Le famiglie italiane stringono la cinghia ma alla casa di proprietà non rinunciano

redazione

Le famiglie italiane stringono la cinghia ma alla casa di proprietà non rinunciano

mercoledì 28 Novembre 2012

Dallo studio Gli immobili in Italia 2012 emerge che l’81% dei proprietari è rappresentato da pensionati e lavoratori dipendenti. A dispetto della crisi del comparto il 59% dei contribuenti nel 2010 possiede un immobile

ROMA – Casa dolce casa. Le famiglie italiane stringono la cinghia, fanno i conti con la crisi ma alla casa di proprietà proprio non sembrano voler rinunciare. L’acquisto di un immobile, costituisce da sempre il sogno di noi italiani. A conferma di ciò, è stato pubblicato lo studio dal titolo “Gli immobili in Italia 2012” che è stato presentato nei giorni scorsi da Maurizio Leo, presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, Fabrizia Lapecorella, direttore generale Finanze, Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del Territorio.
Nell’ambito delle analisi relative al patrimonio immobiliare risulta che il 59% dei contribuenti, nel 2010, è proprietario di immobili o di quote di essi, con un incremento di circa 0,3 milioni di soggetti rispetto al 2009.
Lo stock immobiliare complessivo di proprietà delle persone fisiche è pari a circa 52,8 milioni di unità, aumentando nel 2010 di circa 1,1 milioni di unità rispetto al 2009. In termini di rendita catastale, le unità delle persone fisiche sommano circa 20,7 miliardi di euro, mentre le persone non fisiche sono proprietarie di uno stock con circa 13,7 miliardi, entrambe le rendite sono aumentate di circa 500 milioni nel 2010 rispetto al 2009.
“Il volume, giunto alla quarte edizione, prosegue il percorso annuale della banca dati immobiliare integrata e l’approfondimento delle tematiche relative al patrimonio immobiliare italiano – ha spiegato Lapecorella – iniziato nel 2008. Tale studio si inserisce all’interno di un quadro normativo in continua evoluzione”. Su questo ultimo punto, Leo ha assicurato che “si intravede il riassetto del catasto, che dovrà fare il suo corso in termini abbastanza rapidi”.
Il mercato immobiliare non gode al momento di buona salute: lo testimoniano le fotografie trimestrali scattate dall’Agenzia del Territorio che più che dati sembrano mostrare dei veri bollettini di guerra. Nel secondo trimestre 2012, ad esempio, è stato il Nord a registrare la contrazione più forte nella compravendita di immobili: -48,3%. Tuttavia, la casa resta per antonomasia il punto di riferimento, quella componente indispensabile di certezza e di stabilità che si fa fatica a trovare in altri ambiti della nostra vita, tra cui ad esempio il lavoro.
“La casa, per noi italiani, ha sempre rappresentato un valore fondamentale e l’acquisto resta una priorità per le famiglie – ha detto Alemanno – Dallo studio emerge che chi compra un immobile lo fa principalmente nella regione di residenza, non vengono fatti investimenti in altre città. Il comparto immobiliare purtroppo oggi è in grande sofferenza, c’è stato una grande contrazione dei volumi ma i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili, il mercato immobiliare dal 2006 continua a perdere terreno”.
Alemanno ha poi ricordato che “con il tempo abbiamo affinato le informazioni del volume. Tra queste ci sono dei dati che ci dicono che il 46% delle abitazioni sono state acquistate avvalendosi di un mutuo ipotecario, per il restante con liquidità disponibilie o ricorrendo a finanziamenti”. Dallo studio emerge che i lavoratori dipendenti e i pensionati, che rappresentano l’81% dei proprietari, possiedono immobili con un valore Omi pari al 73% del totale e un valore imponibile potenziale Imu pari al 72% del totale.
Nel dettaglio della distribuzione geografica si legge che il valore Omi medio per proprietario più alto si registra al Centro, con 250 mila euro, dato ben al di sopra della media nazionale, 206 mila euro.A parità di reddito medio tra gli abitanti del Centro e quelli del Nord il numero di proprietari risulta inferiore al Centro rispetto al Nord, mentre il valore medio del patrimonio abitativo posseduto dai residenti al Centro risulta più elevato.
Nel settore delle locazioni le distribuzioni per aree geografiche evidenziano una concentrazione dei proprietari che locano immobili al Nord, circa 1,7 milioni a fronte di un numero di atti di quasi 2,6 milioni, assai inferiore il numero dei proprietari locatori al Sud, 879 mila e al Centro 653 mila, distribuzione che può essere influenzata dal basso numero di contratti registrati al Centro-Sud in rapporto a quello elevato del Nord.

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