PALERMO – Tra i bilanci dei Centri capoluoghi di provincia si annidano, passando quasi inosservati, i cosiddetti “Residui attivi”. Si tratta di entrate iscritte a bilancio, ma mai arrivate nelle casse dei Comuni. Per lo più sono tasse o crediti di difficile riscossione, ma di cui le amministrazioni si servono per trasformare disavanzi in avanzi. Il fenomeno, nell’Isola, è radicato da Palermo a Catania. Nei nove centri più grandi dell’Isola si annidano circa 2,4 miliardi di residui attivi, il 16% rispetto al dato nazionale. A Catania i crediti tributari ed extratributari non riscossi, al 31 dicembre 2010, erano il 166% rispetto a tutte le entrate proprie. A Palermo le entrate non riscosse nella Capitale dell’Isola superano ampiamente il miliardo di euro, ma in questo caso il rapporto tra residui attivi e totale delle entrate proprie è un po’ più basso: il 142,3%. (
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