Consorzi di bonifica, eredità piena di debiti - QdS

Consorzi di bonifica, eredità piena di debiti

Consorzi di bonifica, eredità piena di debiti

giovedì 13 Agosto 2009

Mentre l’assessore Cimino annuncia l’arrivo di 50 milioni concessi dal Governo nazionale, la riforma stenta a decollare.Gurrieri (Cia): “Ridotte così perché hanno 2.400 dipendenti, ne servono soltanto 500”

PALERMO – La vicenda dei consorzi di bonifica sembra che non abbia mai fine, ma in compenso i problemi continuano ad accrescersi contro ogni buon senso. L’assessorato regionale all’Agricoltura avrebbe dovuto già ridefinire i piani di classifica attraverso i quali gli agricoltori avrebbero potuto partecipare alle assemblee consorziali.
A questo proposito, il presidente della Cia Sicilia (Confederazione Italiana Agricoltori), Carmelo Gurrieri, esprime un giudizio duro, dichiarando che “negli anni i Consorzi hanno fatto tutto fuorché essere al servizio dell’agricoltura, al contrario sono stati enti al servizio della politica, del clientelismo, degli stipendifici e del malaffare. Avevamo espresso parere favorevole all’iniziativa di Lombardo di accentrare tutto per ridefinire l’organico e la struttura, destituendo i commissari straordinari e riducendo gli organici sproporzionati che constano di 2.400 unità al posto della reale necessità che non supera le 500. Le operazioni sono legali perché si sono basate su leggi, però il problema è la politica che ha permesso questa situazione”.
Il 18 settembre del 2008 la Conferenza Stato-Regioni ha dettato i criteri di riordino dei consorzi di bonifica sul territorio nazionale. Tuttavia, non ha stabilito un numero di consorzi per ciascuna regione, lasciando che fossero queste ultime a decidere. In particolare, il testo prevede che i consorzi siano delimitati “sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque” e non sulla base di confini amministrativi come s’interpreta in Sicilia. Inoltre, in tale delimitazione “occorre tener conto dell’esigenza che il comprensorio di bonifica abbia un’estensione idonea a consentire una valida dimensione gestionale, ad assicurare la funzionalità operativa, l’economicità di gestione e un’adeguata partecipazione da parte dei consorziati al Consorzio”.
L’Ascebem (Associazione siciliana dei consorzi di bonifica), ritiene, a tal proposito, che il riordino dei comprensori potrebbe rappresentare anche in Sicilia un’opportunità, osservando i criteri previsti dalla conferenza. Per tale motivo, l’associazione ha rilevato ai dirigenti dell’assessorato che i quattro nuovi Consorzi di bonifica previsti, corrispondenti ai quattro comprensori in cui sarebbe delimitato il territorio regionale, costituirebbero delle strutture certamente non in linea con i principi fondamentali contenuti nel documento d’Intesa Stato-Regioni e non ridurrebbero le spese. Il dirigente generale del dipartimento Infrastrutture dell’assessorato Agricoltura, Cosimo Gioia, al contrario, ha esposto il suo pensiero con le seguenti dichiarazioni: “I consorzi di bonifica sono stati osservati in modo molto preciso e ben indagati nel senso che c’è una commissione formata da un avvocato esperto in materia di lavoro e un commercialista che hanno girato tutti i consorzi e che mi presenteranno una relazione dettagliata sui contenziosi aperti e sui bilanci. Lo stato dell’arte è disastroso, ma per porvi rimedio occorre accentrare tutto perché il dipartimento possa occuparsene con efficacia e sono state emanate delle circolari affinché i commissari non prendano consulenze legali tranne quelle in atto. Personalmente, credo che vadano azzerati i debiti, alienando una serie d’immobili che sono al momento per nulla utilizzati. Cercheremo, inoltre, di fare riavere una dignità ai consorzi che prima possedevano, occupandosi di bonifica del territorio e non di semplice irrigazione”.
Nel frattempo, il Governo nazionale ha concesso 50 milioni di euro per finanziare alcuni progetti urgenti preparati dai consorzi. L’assessore all’Agricoltura regionale, Michele  Cimino, ha dichiarato che “occorre valorizzare i consorzi e farli crescere adeguatamente nel tessuto economico regionale”.

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