Una nuova politica di gestione del territorio - QdS

Una nuova politica di gestione del territorio

Gabriele Ruggieri

Una nuova politica di gestione del territorio

venerdì 21 Dicembre 2012

Forum con Rino La Mendola, presidente Fondazione Architetti nel Mediterraneo

Quali progetti avete in programmazione per il 2013?
“Intanto dobbiamo lavorare al regolamento per la formazione continua, che, previo parere del Ministero della Giustizia, dovrà essere varato entro il  15 agosto. Con tale regolamento, promuoveremo la riduzione dei costi a carico dei professionisti, premiando con appositi crediti formativi tutti gli architetti che esercitino attività di volontariato, con apposite piattaforme informatiche per alimentare il sistema dei corsi on-line.
Stiamo inoltre lavorando attorno ad un tavolo comune con Legambiente e Ance per l’attuazione del progetto Riuso (Rigenerazione Urbana Sostenibile), con l’obiettivo di stimolare un’inversione di tendenza di quelle politiche di gestione del territorio che, negli ultimi anni, hanno fatto registrare un’eccessiva espansione delle nostre città, rispetto al reale fabbisogno residenziale, determinando lo svuotamento dei centri storici, un consumo esagerato di suolo ed un notevole aumento dei costi a carico dei comuni, costretti ad urbanizzare superfici sempre più ampie, a fronte di un numero talvolta decrescente dei contribuenti. Politiche che, unitamente alla mancata messa in sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio, continua a provocare i disastri ambientali, che registriamo purtroppo sempre più spesso.
Il progetto Riuso punta dunque a una nuova politica di gestione del territorio che anteponga il recupero del patrimonio edilizio esistente a nuovo consumo di suolo. Contestualmente, stiamo lavorando alla creazione di una rete di Presìdi di Protezione Civile presso tutti gli Ordini degli Architetti d’Italia, con l’obiettivo di formare ed aggiornare un numero adeguato di architetti volontari, in grado di supportare la protezione civile nella gestione tecnica dell’emergenza e nella schedatura dei danni a seguito di un evento sismico. Il progetto è stato presentato lo scorso 15 novembre a Roma, presso il Dipartimento di Protezione Civile, alla presenza del Capo Dipartimento Franco Gabrielli”.
Quali sono i rapporti che avete con le istituzioni regionali?
“Il nostro organo d’interlocuzione  con la politica regionale è la Consulta, presieduta in atto da Giuseppe Cucuzzella, che presenterà nei prossimi giorni al neo eletto Presidente della Regione, Rosario Crocetta, il documento approvato dagli architetti siciliani in occasione del congresso tenutosi a Giugno a Taormina.  
I temi principali riguardano la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, attraverso strumenti come il “fascicolo fabbricato”, la necessità di una nuova legge sul governo del territorio che punti sulla sostenibilità e che coniughi gli aspetti urbanisti con quelli ambientali e l’opportunità di perfezionare la legge 12, valorizzando il concorso di progettazione e introducendo il sorteggio pubblico delle giurie negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, con criteri in cui la valutazione dei giurati è soggettiva, come l’offerta economicamente vantaggiosa o lo stesso concorso di progettazione, garantendo così maggiore trasparenza”.
Quali sono gli obiettivi della Fondazione Architetti del Mediterraneo?
“Al di là dei servizi che può erogare per gli iscritti all’Ordine di Agrigento, come l’organizzazione di convegni, seminari e corsi di aggiornamento, Amf ha già programmato una serie di scambi culturali e professionali con i Paesi del Mediterraneo, per esplorare nuovi mercati esteri in evoluzione per i giovani professionisti che oggi non riescono a collocarsi dinamicamente nel nostro mercato, sempre più in crisi”.
 
Quali sono le maggiori difficoltà nel settore?
“La crisi economica che attanaglia il Paese, non risparmia gli architetti, che, secondo un recente  sondaggio del Cresme, negli ultimi cinque anni, hanno perduto un terzo del loro fatturato. Soffrono soprattutto i giovani e comunque tutti i professionisti che non siano titolari di studi professionali di dimensioni imprenditoriali. In tal senso, la politica, da un lato, sostiene di volere aprire il mercato ai giovani, dall’altro, si guarda bene dal rimuovere dispositivi come quelli di cui all’art.263 del Dpr n°207/2010, che sbarrano inesorabilmente l’accesso alle commesse pubbliche dei giovani e dei professionisti che negli ultimi anni, non hanno avuto l’opportunità di lavorare. Infatti, tale dispositivo prevede che un professionista, per accedere ad una gara, debba dimostrare un fatturato relativo agli ultimi 5 anni da 2 a 4 volte l’importo del servizio in gara e un numero di dipendenti o consulenti stabili da 2 a 3 volte le unità stimate nel bando”.
Cosa volete fare per superare questa difficoltà?
“Proporremo presto al Governo un pacchetto di emendamenti al codice dei contratti ed al regolamento, con cui peraltro rilanceremo, quale strumento primario per l’affidamento di servizi di architettura,  il concorso di progettazione, per premiare la qualità del progetto e non il fatturato del professionista”.
 
Per quanto riguarda la riforma delle professioni, siete stati adeguatamente ascoltati dal governo tecnico?
“Sì, abbiamo offerto il nostro contributo nella stesura dei regolamenti prescritti dalla riforma definita dal Dpr 137 dello scorso 7 agosto, che introduce una serie di elementi  innovativi, alcuni dei quali sono condivisibili, mentre altri destano qualche perplessità. Tra quelli positivi, l’art. 5 del Dl 83/2012, che ha recuperato i riferimenti tariffari nei lavori pubblici, precedentemente rimossi dal Dl 1/2012, restituendo alle stazioni appaltanti gli strumenti per potere calcolare correttamente l’importo da porre a base d’asta negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria. Riteniamo condivisibili anche l’obbligo del contratto tra professionista e committente, che garantisce entrambe le figure, riducendo i contenziosi, e la scissione dei poteri amministrativi del Consiglio dell’Ordine da quelli deontologici, ora attribuiti ai consigli di disciplina”.
Quali gli elementi di maggiore perplessità?
“Tra gli elementi che suscitano perplessità, c’è l’obbligo per il professionista della formazione continua e di stipulare una polizza a copertura delle proprie prestazioni professionali, i cui estremi dovranno essere indicati nel contratto. Tali elementi costituiscono una garanzia per i contraenti e per la qualità delle prestazioni, ma rischiano di imporre costi aggiuntivi alle attività dei professionisti, già fortemente provati da una profonda crisi economica. Per scongiurare ciò, stiamo lavorando per supportare gli ordini affinché possano garantire l’aggiornamento costante a costi ridottissimi, ricorrendo a corsi on-line, e stiamo stipulando apposite convenzioni con le società assicurative per garantire adeguata copertura con costi ragionevoli”.
 


Curriculum Rino La Mendola
 
Nato a Grotte (Ag) nel 1959. Architetto, è stato assunto nel 1989 al Genio Civile di Agrigento, dove è stato dirigente fino al 2007. Nel ‘96 è stato eletto Presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, carica che ha ricoperto per 5 mandati consecutivi. Nel ‘97 è stato eletto per la prima volta presidente della Consulta Regionale degli Ordini degli Architetti della Sicilia, attualmente è vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti e presidente del dipartimento Lavori pubblici e Concorsi dello stesso Consiglio nazionale.

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