Eolico: solo croci sul territorio - QdS

Eolico: solo croci sul territorio

Rosario Battiato

Eolico: solo croci sul territorio

martedì 18 Agosto 2009

Ambiente. Smentito uno stereotipo sulla fonte “rinnovabile”.
L’esame. Ricercatori antieolici belgi sentenziano: nel 2005 i Paesi che hanno puntato sull’energia dal vento registrano l’aumento delle emissioni di anidride carbonica, nocive per l’equilibrio ambientale.
Nell’Isola. Secondo l’assessorato regionale all’Industria, tra il 2000 e il 2004 - nonostante l’incremento delle installazioni di pale - le emissioni di Co2 sono cresciute notevolmente, a causa dell’aumento delle fonti inquinanti.

PALERMO – Qualche settimana fa i belgi si sono svegliati con una nuova consapevolezza: il ruolo dell’eolico nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra in atmosfera potrebbe essere un grande bluff. L’atroce scoperta risulta dalla ricerca dell’associazione “Vent De Raison”, una piattaforma contro lo sviluppo dell’eolico. La ricerca, i cui dati sono stati resi noti qualche settimana fa, ha evidenziato come nel 2005 tutti i Paesi che hanno puntato sull’eolico come punto di riferimento per la produzione verde di energia elettrica hanno riscontrato un aumento di Co2 per ogni kwh prodotto. Tra i principali indiziati i Paesi che hanno fatto dell’eolico il settore principe per la produzione sostenibile, come la Danimarca, la Spagna, la Germania. Nel Paese nordico, ad esempio, a fronte di 3100 MW di potenza del settore pari al 17,7% di energia elettrica prodotta, uno dei più importanti dell’intera Europa, è stata registrata una presenza 791 grammi di Co2 per ogni kwh, basandosi su centrali al carbone ed eolico. Il dato differisce in Spagna dove il 6,2% di elettrica da fonte eolica viene affiancato dal 31,7% da fonte nucleare, un apporto che fa scendere l’incidenza di Co2 fino a 471 grammi per kwh.
Anche l’Italia, a fronte di una produzione ancora limitata di eolico, siamo allo 0,7% del totale della produzione elettrica, si trova a 521 grammi per kwh. In Sicilia, invece, dove la febbre eolica si è ampiamente diffusa da tempo, nonostante il blocco delle concessioni stabilito dalla giunta Lombardo 1, l’eolico domina il fronte delle rinnovabili. Nell’isola l’aumento esponenziale della produzione di energia elettrica da fonte eolica non ha ridotto le emissioni di Co2, anzi nel complesso si è persino registrato un aumento. “Il maggiore incremento è stato nel campo dell’eolico – si legge nell’ultimo rapporto dei dati ambientali redatto dall’Arpa – dove si è passati da 0 GWh prodotti nel 2000 a 854,7 GWh nel 2007 e per il quale stando alle previsioni del PdS 2008, si prevede un’ulteriore crescita, che stima per il 2009, una capacità produttiva installata in Sicilia di 1.100 MW eolici. La potenza eolica installata in Sicilia risulta alla fine del 2007 pari a circa 571 MW”.
Secondo gli ultimi dati del GSE su 1559 GWh di energia prodotta da rinnovabili, 854,7 GWh, pari al 55%, sono prodotti dall’energia eolica. Secondo gli ultimi dati forniti dall’assessorato regionale all’Industria dal 2000 al 2004, nonostante l’incremento dell’eolico, passato in quegli anni da 0 GWh a 152,2 GWh, le emissioni di Co2 in atmosfera sono aumentate ugualmente passando da poco più di 34 mila migliaia di tonnellate del 1999 a oltre 36mila migliaia di tonnellate del 2004.
Secondo i dati di Ambiente Italia l’Isola, anche nel 2005, non ha migliorato di molto le sue performance, visto che la mappa delle emissioni regionali colloca la Sicilia al terzo posto assoluto col 10% assieme a Puglia, altra regione leader dell’eolico, e Veneto,  distanziate di poco dalla Lombardia, quota 16%. Gli esperti belgi considerano invece il nucleare come unica soluzione effettivamente verde, affermazione che farà discutere. Infatti in paesi come il Belgio, 57% di energia elettrica da nucleare e solo 0,2% dall’eolico, si emettono soltanto 307 grammi di Co2 per kwh, oppure in Francia, 75% tra energia nucleare ed idroelettrica, e solo 0,2% dell’eolico. In Sicilia la situazione si presenta completamente capovolta e anche sulla questione del nucleare non riesce a trovarsi un minimo d’intesa.
“Nei giorni scorsi si è detto che la Sicilia non può rifiutare tutto – ha spiegato Leandro Janni, responsabile Italia Nostra Sicilia – cioè sia l’eolico, che il solare, che il nucleare. Noi invece sosteniamo la visione opposta: non possiamo accettare passivamente tutto”.
La questione del nucleare tuttavia è ancora lunga, nonostante l’approvazione del ddl Sviluppo al Senato che conteneva, tra la altre cose, le norme sul nucleare. “Io non sono contrario a prescindere – ha spiegato il presidente dei siciliani Raffaele Lombardo – al nucleare. Ma credo che siano necessarie tre condizioni: la sicurezza estrema, la convenienza per il territorio che ospita la centrale e un referendum popolare”.

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